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Maturità, via per sempre la prima prova scritta di italiano: omologa, ma c’è chi dice no

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Si torna a parlare della prima prova scritta, quella di italiano, alla maturità. Non solo per il 2022, a causa della pandemia, ma anche quando l’emergenza Covid sarà superata. Tra i tanti che ne mettono in dubbio la conferma per il futuro c’è sicuramente Laura Biancato, dirigente scolastica presso l’ITET Luigi Einaudi di Bassano del Grappa: attraverso una lettera inviata alla Tecnica della Scuola, la ds ha detto che “la scuola dovrebbe personalizzare, mentre l’esame spesso omologa senza se e senza ma, in particolare con gli scritti, che per essere affrontati dagli studenti con fragilità dimostrate, richiedono da parte dei consigli di classe provvedimenti carambolici e spesso forzati al limite del ridicolo”.

Fratelli d’Italia contraria alla cancellazione

In difesa della prima prova alla maturità si pone Fratelli d’Italia: Paola Frassinetti ed Ella Bucalo, rispettivamente vicepresidente della commissione cultura della Camera e responsabile dipartimento istruzione e responsabile scuola, ricordano che il loro partito è stato sempre contrario “all’eliminazione del tema di Italiano dell’esame di maturità durante la pandemia. Ora quella che sembrava una decisione temporanea, legata allo stato di emergenza, rischia di diventare una scelta definitiva”.

“Riteniamo che la scrittura e la lettura vanno intensificate proprio in questo periodo dove i ragazzi usano molto gli strumenti informatici e faticano sempre più ad esprimersi. Una maturità senza tema di italiano perderebbe il suo vero valore impedendo una valutazione complessiva sulla formazione dello studente”, concludono le deputate all’opposizione.

La posizione del ministro Bianchi

Qualche giorno fa, sempre su questo tema, il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, intervenuto a ‘Che tempo che fa’ su Rai3, ha detto sull’esame di maturità 2022 che pur mancando ancora molti mesi, di certo, almeno finchè non saremo usciti completamente dal Covid, bisogna avere molta attenzione, perché “dovremo mettere i nostri ragazzi in completa sicurezza”.

Sugli ultimi due esami di Stato, il ministro dell’Istruzione ha ricordato che “i nostri ragazzi non hanno fatto tesine raffazzonate, piuttosto hanno colto questo momento per riflettere anche sulla propria situazione personale. Teniamo conto della sicurezza dei nostri ragazzi ma anche della loro capacità di riflessione”.

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