
Come avevamo già scritto, quelle che si prospettano saranno settimane ricche di ponti e “vacanze”. Le regioni, nei loro calendari scolastici, hanno deliberato la sospensione delle attività didattiche. In alcuni casi si assiste a un vero e proprio maxi ponte che coinvolge le tre ricorrenze principali di questi mesi: Pasqua, 25 aprile e 1° maggio.
Oltre alla provincia autonoma di Trento, anche altre scuole hanno deciso di adottare le pause didattiche prolungate (da Pasqua al 1° maggio). Come riporta Repubblica, a Napoli e in gran parte della Campania alcune scuole resteranno chiuse per quasi tre settimane, anche se non per decisione regionale, ma per scelta autonoma dei consigli d’istituto. Molti istituti, soprattutto i licei, hanno infatti deliberato chiusure aggiuntive per evitare le assenze generalizzate.
Il dissenso delle famiglie
Qual è il risultato di queste scelte da parte delle famiglie? Una corsa all’ultima iscrizione in ludoteche e centri ricreativi, letteralmente presi d’assalto da famiglie in cerca di soluzioni. Ma i costi non sono sostenibili per tutti. “Per sette giorni di attività mi hanno chiesto 300 euro a bambino”, racconta una farmacista e madre di tre figli. “Il maggiore può restare a casa da solo, ma i più piccoli devo affidarli a qualcuno. Una babysitter sarebbe più economica, ma posso davvero fidarmi?”.
Intanto, sui social e nelle chat dei genitori esplodono le polemiche. Molti criticano l’eccessiva durata delle chiusure, sottolineando come queste misure penalizzino soprattutto chi non può contare sull’aiuto di nonni o reti familiari. Tuttavia, le decisioni sono ormai prese, con il benestare anche dei rappresentanti dei genitori nei consigli scolastici.
Va meglio, invece, ai genitori con figli nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali: per loro la chiusura resta limitata al periodo pasquale e al 25 aprile.