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Messe a nudo le fragilità del Miur

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Le foto osè del ministro Stefania Giannini pubblicate dalla rivista “Chi” e rilanciate da buona parte dei giornali e dal web, stanno dividendo l’opinione pubblica. Molti sono coloro che sostengono che la vita privata di un ministro va tutelata e quello che fa fuori dal suo ministero non sono fatti che ci dovrebbero riguardare, altri invece ritengono che la vita privata di un personaggio pubblico è giustamente criticabile. C’è chi sostiene che la pubblicazione delle foto in topless del nostro ministro dell’Istruzione sia vero e proprio sciacallaggio giornalistico e gossip frivolo, c’è invece chi pensa che l’atteggiamento del responsabile del Miur sia lesivo dei principi della buona educazione.

Quell’educazione di cui la Giannini è il primo responsabile in Italia. Quindi la domanda  che vi rivolgiamo è: “scrivere un articolo sull’increscioso caso delle foto che ritraggono la senatrice Stefania Giannini in topless è gossip estivo o forse si dovrebbe leggere tra le righe e scorgere qualcosa di più profondo?”.

A nostro modo di vedere non si tratta di gossip estivo, tipico argomento di riviste frivole che in maniera disimpegnata si leggono nei momenti di relax quando si cerca di scollegare il cervello dai problemi seri della vita quotidiana, ma dietro c’è qualcosa di molto più profondo che riguarda tutti quanti.

È vero che siamo nel Paese dove si dà l’opportunità a Schettino di fare all’università La Sapienza di Roma una “lectio magistralis” sulla “gestione del panico”, è vero anche che siamo nel Paese del contro senso dove tutto è capovolto e per questo nulla funziona. È proprio per questi motivi che una riflessione va fatta ed anche in modo serio. Nessuno vuole fare gossip e nessuno vuole fare sciacallaggio politico, ma non si possono chiudere gli occhi difronte ad una significativa realtà. Vi sembra una cosa normale che il ministro dell’Educazione italiano, lo stesso ministro che così coerentemente aveva fatto l’elogio del decoro personale, dei valori etici morali, condannando, senza mezzi termini, quei giovani studenti dagli atteggiamenti casual e dagli abbigliamenti impropri. Il ministro Giannini apprezzabilmente invitò gli alunni delle nostre scuole ad avere atteggiamenti corretti e ad usare  un abbigliamento “casto” ed adeguato al contesto.

Quindi niente minigonne, magliette corte, pantaloni a vita bassa che lasciano intravedere l’intimo, niente bermuda, niente sandali, niente leggins, niente magliette troppo aderenti. Verrebbe da dire, aprendo a pensieri più profondi di affidabilità e quant’altro, che il nostro ministro predica bene e poi razzola male. In buona sostanza non vogliamo giudicare delle foto, ma ci piace sottolineare che le foto pubblicate da “Chi”, che ritraggono il ministro dell’istruzione italiana in topless, rappresentano con ogni probabilità la figura retorica, ma non troppo retorica, di tutte le fragilità del Miur.

In buona sostanza sono state messe a nudo le fragilità delle politiche della scuola, che non mancheranno di suscitare forti reazioni non appena gli insegnanti scopriranno cosa ci sarà scritto nella prossima riforma della scuola. Altro che foto senza veli, presto potrebbe emergere la verità fino adesso velata del piano scuola tanto propagandato dal governo. Forse poi qualcuno si indignerà veramente e capirà che la vita privata di un ministro non è poi così privata.