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Milano, prof accusato di violenza sessuale sulle alunne. Indagati pure due presidi e i colleghi “omertosi”

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Ancora notizie di violenze sugli alunni. Stavolta di natura sessuale. E stavolta il protagonista, accusato dagli agenti della Polizia locale di Milano, è un insegnate di scuola media paritaria: avrebbe operato violenza sessuale ai danni di alcune alunne minori di 14 anni.

Le agenzie di stampa ci dicono, però, che assieme al docente arrestato, nel registro degli indagati della Procura di Milano sono state iscritte altre quattro persone: l’ex dirigente scolastico dell’istituto superiore di primo grado, quello attuale e altri due insegnanti. Secondo gli investigatori tutti e quattro avrebbero avuto un “comportamento omertoso” a proposito delle molestie che il professore arrestato commetteva nei confronti delle alunne. Uno dei quattro indagati è anche accusato di aver rivelato notizie sull’inchiesta avviata dagli agenti di Polizia.

Con il passare delle ore, stanno emergendo le dinamiche che hanno portato alla scoperta delle manie sessuali del docente. Le sue “attenzioni” nei confronti delle alunne sono state comunicate da una sua vittima. La quale ha espresso tutta la sua rabbia nei confronti del prof in una lettera realizzata per il progetto teatrale scolastico: il professore di storia dell’arte, ha scritto, la toccava quando gli portava i compiti alla cattedra o quando era alla lavagna.

Le sue parole, raccolte da due insegnanti esterni all’ istituto paritario impegnati nel progetto nella scuola media, a Milano, sono state sviluppate dagli agenti del Nucleo tutela donne e minori della Polizia locale, hanno portato alla scoperta di uno scenario allarmante e all’arresto in carcere di un insegnante di 61 anni per violenza sessuale. Uno scenario che, stando alle intercettazioni telefoniche tra gli indagati, altri quattro professori – l’ex preside, l’attuale a altri due docenti – conoscevano, tanto che avrebbero cercato di minimizzare i fatti con le giovani vittime e di coprirli, per quanto possibile, arrivando a raccontare quali sarebbero state le mosse degli investigatori. “Tanto si sa che quello è un pedofilo”, commentava uno degli indagati al telefono. E l’accusa del pm Gianluca Prisco, che ha chiesto e ottenuto dal gip Luigi Gargiulo un’ordinanza di custodia cautelare, è che le molestie nei confronti di almeno tre ragazzine siano state commesse dal 2011 fino almeno all’aprile del 2014, quando è stata scritta la lettera-denuncia. Ora l‘uomo, sposato e con un figlio, deve rispondere di violenza sessuale aggravata per il fatto che il palpeggiamenti sono accaduti all’interno dell’istituto e ai danni di minori di 14 anni.

E’ emerso, infatti, anche attraverso audizioni protette, che oltre all’autrice della lettera, altre alunne erano state molestate e gli insegnanti avevano minimizzato le loro proteste. Non solo: di questo quattro docenti sapevano e hanno avuto un “comportamento omertoso”, per usare le parole del comandante della Polizia locale, Tullio Mastrangelo, arrivando a mentire davanti al pm e a comunicare particolari delle indagini. Le immagini delle telecamere poste nell’istituto, però, avevano già raccolto prove sufficienti e la collaborazione dei genitori delle ragazzine ha fatto il resto.