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Minori a rischio e scuola di base

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Il problema della criminalità minorile interessa sempre più da vicino la scuola, in primo piano quella di base.
Il Censis, nell’ambito di una vasta indagine finanziata dall’Unione Europea, assieme al Programma Falcone e al Ministero di Grazia e Giustizia, ha scandagliato i delitti non solo dell’Italia, ma di numerosi Stati del Nord Europa, della Spagna, della Grecia, della Gran Bretagna, della Francia e della Germania.
Dall’indagine  è risultato che quella che veniva detta criminalità minorile è ormai divenuta adulta.
Particolarmente significativi i dati attinenti all’Italia: il 53,7 per cento degli italiani chiede inasprimenti di pene e maggiore severità nella repressione, il 46,3 per cento auspica reali politiche sociali preventive contro l’emarginazione e tutti gli  altri fattori che spingono i ragazzi verso la criminalità.
Un terzo del campione intervistato, è questo un dato molto significativo, chiede che si abbassi la soglia dell’età punibile, da 14 a 12 anni, un’età che, verosimilmente, coinvolge l’azione anche della scuola.