Home Politica scolastica Mobilità, l’idea del doppio regime è molto concreta

Mobilità, l’idea del doppio regime è molto concreta

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Si profila il principio per cui chi è entrato in ruolo con le vecchie regole si possa trasferire su scuola, mentre gli altri restano su ambito.

Sarebbe una sorta di doppio regime che determinerebbe due modi differenti di mobilità territoriale e professionale, una riservata a chi è entrato in ruolo ai sensi dell’art.399 della legge 297/94 e un’altra invece riservata a chi è entrato in ruolo ai sensi dell’art.1 comma 98, lettera b e c, della legge 107/2015.

In buona sostanza chi è entrato in ruolo entro il primo settembre 2014 o è entrato in ruolo il primo settembre 2015, ma sempre con le vecchie regole dettate dall’accesso ai ruoli del su citato art. 399 del testo Unico, potrebbe chiedere trasferimento su scuola scegliendo le preferenze specifiche di scuole o sintetiche di comuni, distretti o province, mentre i docenti entrati in ruolo il primo settembre 2015 in fase B e C o i docenti entrati in ruolo il primo settembre 2016, saranno chiamati a fare domanda di mobilità su ambito territoriale.

Ci sarebbe l’intenzione, così come caldeggiato dai sindacati, di modificare il comma 73 della legge 107/2015, per consentire l’idea del doppio regime per la mobilità.

Infatti al momento il suddetto comma 73 impedirebbe l’opportunità di consentire il trasferimento su scuola, anche ai docenti entrati in ruolo ante legem 107/2015.

Servirebbe un decreto legge che modificasse la parte del comma 73 in cui è scritto. “Il personale docente in esubero o soprannumerario nell’anno scolastico 2016/2017 è assegnato agli ambiti territoriali. Dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali”.

Non è escluso che il prossimo 28 dicembre 2016, in fase dell’incontro tra Ministro Fedeli e sindacati, si parlerà anche di come intervenire per modificare il comma 73 della legge 107/2015, in modo da legittimare l’accordo contrattuale dei trasferimenti su scuola, almeno per la maggioranza dei docenti che chiederanno mobilità volontaria e anche per coloro che saranno costretti a subire una mobilità d’ufficio o a domanda condizionata.