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“Nel rebus degli ambiti territoriali finirà pure chi è di ruolo e vuole solo cambiare scuola”

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“Non passa giorno senza che venga al pettine qualche nodo della legge 107. Ieri sulle assunzioni, oggi sulla mobilità, dove si rischia una situazione ingestibile”.

A dirlo, sabato 12 dicembre, è stata Lena Gissi, segretario generale Cisl Scuola. “Le novità introdotte, prima fra tutte quella di una titolarità per ambiti territoriali e non più su singole scuole, e l’incursione della legge su una materia che deve continuare a essere regolata dal contratto, finiranno per creare malcontento e moltiplicare le occasioni di contenzioso. Qualche esempio? Per i neo assunti la legge prevede ben tre diversi trattamenti, con disparità ingiustificabili tra assunti da concorso o dalle Gae; avremo docenti bloccati forzosamente lontano da casa, altri che rischieranno di finirci, assegnati in una qualunque delle 100 province italiane. Ed è l’introduzione degli ambiti a gettare nell’incertezza anche chi, in ruolo da anni, ambiva a collocarsi in una scuola diversa“, bacchetta Gissi.

Anche se il contratto sulla mobilità deve essere ancora siglato (la stessa Gissi dice che “può e deve essere l’occasione per porre rimedio a uno stato di cose altrimenti foriero di notevoli disagi”), ad oggi il coinvolgimento del personale di ruolo negli ambiti territoriali rimane un punto fermo della Legge 107: dal 2016, infatti, presentare domanda di trasferimento comporterà rischi di trasferimento coatto non molto diversi da quelli dei neo-assunti. E considerando che ancora non si comprende la portata del rischio, è evidente che i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali manifestino tutte le loro perplessità.

E poi aggiunge: “la cosiddetta ‘chiamata diretta’ dagli ambiti territoriali è la classica risposta sbagliata a una giusta esigenza di flessibilità, che si poteva soddisfare circoscrivendo il tutto a limitate, particolari e specifiche esigenze di caratterizzazione del piano formativo di ogni scuola. Farne una regola generale non giova al buon andamento del sistema”.

 

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Per la nuova leader della Cisl Scuola, subentrata a Francesco Scrima da pochi giorni, “la scuola e chi ci lavora ne sopportano già troppi, sarebbe ora di cambiare registro. Per questo abbiamo chiesto, insieme agli altri sindacati, di incontrare la ministra Giannini prima di riprendere le trattative sul contratto per la mobilità 2016/17 se ministro e Governo hanno davvero a cuore la buona scuola non dovrebbero lasciarsi sfuggire l’occasione di ristabilire il giusto clima per una contrattazione vera”.

Ad essere preoccupato per come saranno gestiti gli ambiti territoriali è pure il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, che nella stessa giornata ha manifestato i suoi dubbi sulla decisione del Miur di “chiedere ai collegi dei docenti del personale docente, scegliendolo su sette aree disciplinari, molto ‘larghe’, comprendenti oltre 150 classi di concorso. Perché se è vero che le aree sono state prescelte dalle scuole con modalità gerarchica, dalla prima all’ultima, alla fine della fiera agli istituti sono stati assegnati i docenti precari disponibili nelle graduatorie. Con tantissimi casi di docenti approdati nelle scuole abilitati in discipline diverse da quelle che servivano. Ma non solo. Perché tutto ciò è avvenuto senza le indicazioni del nuovo Pof, che infatti verrà varato solo a metà gennaio”.

Il leader del sindacato autonomo parla quindi di “frittata dell’amministrazione” quando a giugno “verranno istituti gli ambiti territoriali. Con una mobilità che si prospetta senza precedenti, per mole come per disorganizzazione. Con i neo assunti della riforma rimescolati nella centrifuga dei trasferimenti più o meno coatti. Nel frattempo, quasi tutti i docenti immessi in ruolo con il potenziamento della fase c) faranno i tappabuchi. Francamente – conclude Pacifico – parlare di miglioramento dell’offerta formativa in questa situazione appare davvero bizzarro”.

 

 

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