Home Attualità Nobel 2025, vince l’ungherese Krasznahorkai. Premiato per la sua visione apocalittica e...

Nobel 2025, vince l’ungherese Krasznahorkai. Premiato per la sua visione apocalittica e il potere dell’arte

CONDIVIDI

L’ungherese László Krasznahorkai ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2025, assegnato oggi dall’Accademia di Svezia. L’autore è stato scelto, riporta l’Ansa, “per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte”. È un riconoscimento che arriva dopo anni in cui Krasznahorkai era considerato tra i candidati più probabili. Il Nobel gli sarà consegnato il prossimo 10 dicembre.

Il “Maestro dell’Apocalisse”

L’autore è stato definito da Susan Sontag “maestro dell’Apocalisse”, e nei suoi romanzi racconta mondi in disfacimento, dove il tempo è sospeso e ogni attesa sembra infinita. La sua scrittura descrive paesaggi desolati, come la campagna ungherese fangosa del romanzo d’esordio “Satantango“. In quest’opera, scrive ancora l’agenzia, emergono “vuoto e attese, sospensioni e ritorni e le dilanianti tensioni”, segnali di una realtà sull’orlo del collasso.

Stile e visione

Il tratto più distintivo di Krasznahorkai, per i critici, è il suo stile narrativo: frasi lunghissime, senza pause, che ipnotizzano il lettore. “La forza è nella lingua“, prosegue Ansa, “nel procedere per periodi lunghissimi, tutti subordinate, in una magmatica, lenta colata lavica di parole”. Come Kafka e Bernhard, suoi punti di riferimento, “esamina la realtà sino al limite della follia“, e lo fa raccontando “fatti e persone nei particolari”, con una meticolosità che diventa visione.

Le opere principali

Nato nel 1954 a Gyula, nel sud-est dell’Ungheria, Krasznahorkai ha scritto romanzi e racconti pluripremiati. Ha raggiunto il successo internazionale con “Satantango” – pubblicato in Italia da Bompiani – anche grazie all’adattamento cinematografico firmato da Béla Tarr nel 1994. Tra i suoi libri più importanti anche “Melancolia della resistenza” del 1998, “un fantasy horror che sfiora il grottesco con la storia del circo e della balena imbalsamata”.

Dall’Ungheria a Venezia

Guerra e guerra” è invece un romanzo che attraversa tempo e spazio, partendo dalla provincia ungherese fino ad arrivare a New York. Nel volume di racconti “Seiobo è discesa quaggiù“, lo scrittore esplora il significato dell’arte, toccando anche l’Italia, “dalla Firenze del Perugino alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia”.

Il potere dell’arte e la debolezza della gentilezza

Per l’autore, l’arte è una forza capace di opporsi al buio del mondo. In un’intervista riportata sempre dall’Ansa, ha dichiarato: “Quello che sta succedendo in Ucraina ci fa pensare che siamo davanti a una situazione in cui la forza maggiore vincerà sulla forza minore. […] Secondo me nei confronti di qualsiasi forza distruttiva l’unico modo per combatterla è la debolezza della gentilezza”.

Premi e futuro

Krasznahorkai ha già vinto l’International Man Booker Prize nel 2015 e il National Book Award for Translated Literature nel 2019. Il suo prossimo romanzo, “Panino non c’è più“, uscirà in Italia nel 2026 per Bompiani. Un nuovo tassello nella carriera di uno scrittore che continua a raccontare il nostro tempo con forza visionaria.