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Non basta dotare gli alunni di computer: per aprirli al mondo serve connetterli al web

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Le dittature si sono da sempre contraddistinte per non lasciare nulla, almeno per quel che riguarda i destini della popolazione, alla casualità. E l’istruzione delle nuove generazioni non esula da questa caratteristiche. Anzi, avendo la necessità di perpetrare nel tempo il proprio regime, i membri a capo delle dittature tradizionalmente curano sino nei minimi particolare la formazione dei giovani.
Non fa eccezione a questa regola (non scritta) il Turkmenistan, che nei giorni scorsi ha iniziato a fornire agli alunni dei “laptop” nuovi di zecca. Solo che, secondo quanto scrive il sito Eurasianet.org, legato alla Open Society di George Soros, questi computer apparentemente non hanno la connessione a internet e le pagine consentite di essere visitate – con modalità off line – servano principalmente ad uno scopo: rafforzare il culto della personalità del presidente-padrone Gurbanguly Berdymukhamedov. Il presidente stesso non ha nascosto di volere che gli studenti “acquistino nuove competenze che rafforzino il potenziale intellettuale della nostra Patria”, ma non è difficile inquadrare la distribuzione di computer (e di contenuti) nella costruzione di un nuovo culto della personalità che metta definitivamente in archivio quello per il Turkmenbashi (il Padre di tutti i turkmeni) Saparmurat Niyazov, morto a fine 2006. In questo senso, il presidente si prepara anche a sostituire il Rukhnama, il libro dell’ideologia di stato introdotto da Niyazov, con un suo libro.
Del resto, il Turkmenistan è governato col pugno di ferro da uno dei regimi più chiusi al mondo. Solo uno spicchio molto stretto della popolazione ha la possibilità di navigare in internet e quindi di accedere a contenuti e visioni del mondo esterne.
Nei giorni scorsi l’agenzia di stampa ufficiale del governo turkmeno Tdh ha spiegato che ogni notebook affidato ai bambini – dagli sgargianti colori nazionali. con in bella vista il simbolo dello stato turkmeno – ha migliaia di contenuti interattivi con lezioni di matematica, di lingua turkmena e straniera, disegno, canto, sport…tutto meno che una connessione alla rete.
I computer – 100 mila pezzi – sono stati forniti dal gigante dei computer cinese Lenovo hanno un valore 7,8 milioni di dollari. Recentemente Pechino – principale cliente per il gas turkmneno – ha anche dato il compito a uno staff di studiosi di aiutare Ashgabat a modernizzare il suo sistema di telecomunicazioni. Chissà se stanno insegnando al regime turkmeno come filtrare internet alla stessa maniera di come fa la Repubblica popolare.