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Nuove indicazioni nazionali, l’AND propone che lo studio del Latino sia obbligatorio e non opzionale

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È utile ricordare che con il D.M n. 47 del 18 marzo 2024 è stata indicata, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, la commissione presieduta dalla Prof.ssa Loredana Perla, Professore ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro per redigere le nuove indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di Istruzione. La Commissione, composta da studiosi di area pedagogica, è stata coadiuvata nei lavori da singole Commissioni di esperti di area disciplinare (nominate con decreto ministeriale 9 agosto 2024, n. 173). L’Associazione Nazionale Docenti, attraverso il suo Presidente, il prof. Pio G. Sangiovanni, docente di italiano e latino, condivide l’idea di introdurre lo studio del Latino per l’Educazione Linguistica, ma ritiene che tale studio debba essere obbligatorio e non una scleta opzionale.

Posizione di AND

L’introduzione del LEL, lo studio del Latino per l’Educazione Linguistica, in uno scenario mondiale in profondo mutamento nel quale la scuola dovrà svolgere il ruolo di presidio di un umanesimo integrale e luogo di elaborazione di culture educative attente a dimensioni complesse, quali la cura di sé e dell’ambiente, la creatività, l’immaginazione, l’intelligenza emotiva e il senso critico.

Premesso che l’Associazione Nazionale Docenti condivide pienamente tale scelta, come visione culturale strategica e come opportunità per conoscere e valorizzare le profonde radici comuni della civiltà europea, si ritiene tuttavia che, dopo decenni di ostracismo che hanno visto il latino e il suo studio bollato con superficialità e ingiustificato pregiudizio, come “lingua morta”, in Italia sia giunto finalmente il tempo di recuperare il giusto equilibrio in modo da dare dignità allo studio e ad una disciplina ricca di contenuti e densa di valori umani e civili, capaci di completare e rendere ancora più solide le basi di una formazione integrale dell’uomo contemporaneo.

Importanza didattica del latino

A nostro avviso lo studio della lingua e cultura latina va proposto come disciplina obbligatoria e non opzionale, nel senso di una scelta strategica che miri a valorizzare e rendere fruibile un patrimonio prezioso in grado di arricchire e aprire gli orizzonti mentali, logici e operativi delle nuove generazioni, senza rinunciare agli apporti fondamentali e imprescindibili dell’Intelligenza Artificiale.

È necessaria, quindi, una scelta decisa e consapevole, ben più convinta rispetto all’approccio delle Nuove Indicazioni che denotano una sorta di timidezza, quando si parla con tono dimesso del fatto che “l’insegnamento del mondo antico ha bisogno di essere giustificato e non è più considerato come un valore di per sé” e che occorra pertanto “agire sulla motivazione”. È una posizione debole e perdente in partenza. Infatti se lo studio del latino viene impostato, giustamente, con un approccio trasversale valido per la formazione metalinguistica e non solo, siamo convinti che esso vada indicato come studio obbligatorio e strutturato nel percorso curriculare della secondaria di primo grado. In modo da rappresentare un sostanziale elemento di continuità e un ponte naturale con il secondo ciclo, riducendo quella frattura e isolamento esistente attualmente.

Latino anche in Germania

Del resto gli esempi a livello europeo di una simile impostazione non mancano, ci basti richiamare quanto avviene in Germania nel Gymnasium, dove lo studio del latino viene proposto fra le lingue obbligatorie e messo sullo stesso piano dell’inglese o del francese.

Un approccio nuovo e articolato, capace di suscitare interesse e curiosità attraverso un’impostazione che, insieme allo studio della struttura di base della lingua, coinvolga da subito anche gli aspetti meta-culturali e socio-linguistici, attraverso la ricerca di espressioni usate nella lingua scritta e nel parlato quotidiano, oltre alle forme del vastissimo e originale patrimonio dialettale, nelle quali ritrovare tracce di persistenze ed evidenze del latino, sia colto che popolare. Presenze da scoprire, riconoscere e nelle quali riconoscersi, come ad una identità collettiva che coinvolga la visione sincronica e quella diacronica del processo di insegnamento/apprendimento.