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Nuovo Governo, nuova Scuola? Speriamo

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Confesso di esser rimasto deluso per il fatto che nella seduta di insediamento parlamentare del Governo non si sia fatto alcun accenno alla Scuola, spero non sia un segno dei tempi magri per la cultura e la conoscenza.

Ad ogni modo, per andare nel campo operativo, l’auspicio è che si ponga rimedio ai danni che le Amministrazioni governative precedenti hanno creato al mondo dell’Istruzione con riforme non richieste e non rispondenti alla reale esigenza di tenere la Scuola al passo dei tempi.

La inadeguatezza e l’arroganza dei politici e dei Governi che da 20 anni a questa parte si sono succeduti al Ministero della Pubblica Istruzione dicono chiaramente quanto poco importante per i governanti sia la formazione della conoscenza e l’acquisizione delle competenze necessarie alle giovani generazioni per affrontare i problemi della vita. Queste a mio parere alcune linee operative da seguire:

Con riferimento alle Scuole Superiori

1 – Ristrutturazione e messa in sicurezza degli stabili;

2 – Realizzazione dei laboratori dedicati;

3 – Ricalibrazione del monte ore di lezione con aumento delle ore delle materie di indirizzo (sulla falsariga delle sperimentazioni Brocca), ad es. ristabilendo un numero minimo di ore settimanali pari a 30 al biennio e n.34 al triennio (variabili in funzione della peculiarità dell’indirizzo);

4 – Abolizione o considerevole riduzione del n. di ore di della Alternanza Scuola Lavoro per i licei e riduzione considerevole del n. di ore previste per i tecnici e professionali, con divieto di effettuare le attività durante l’anno scolastico ma bensì nel periodo estivo; vietare l’utilizzo della formazione ai fini della valutazione finale dello studente in sede d’esame (purtroppo, lo dico con cognizione di causa, l’attività di Alternanza così come concepita non funziona e spesso i ragazzi lamentano sfruttamento o attività non compatibili con l’indirizzo di studi);

5 – Prevedere spazi di integrazione e socializzazione all’interno degli Istituti Scolastici, da utilizzare anche fuori dall’ambito strettamente didattico;

6 – Abolizione dei percorsi quadriennali dei diplomi (sia liceali che tecnico-professionali) e stabilire in 5 anni il n. minimo di periodo formativo-didattico;

7 – Obbligo formativo sino a 18 anni;

8 – Parere vincolante (per l’amministrazione centrale) del Consiglio di Classe ai fini dell’attribuzione del n. di ore di sostegno per studenti diversamente abili (fermo restando il parere della famiglia e del neuropsichiatra);

9 – Potenziamento delle strutture sportive nelle scuole;

10 – Riduzione del 50% degli importi dell’abbonamento trasporto per gli studenti;

11- Libertà di scelta nell’insegnamento (fermi restando i programmi ministeriali);

12 – Favorire l’aggiornamento professionale gratuito per i docenti sia con la frequenza di corsi di formazione che con l’acquisto di libri inerenti la disciplina di insegnamento;

13 – Riconoscimento ufficiale del monte ore effettivo settimanale dedicato alla scuola da parte del docente (n. 18 ore di lezione, n.12 ore per preparazione lezioni, n. 6 ore correzione compiti ed elaborati);

14 – Abolizione degli ambiti territoriali e dei vincoli di permanenza nella stessa scuola o provincia (soprattutto in presenza di esigenze personali e famigliari);

15 – Incremento del comodato d’uso dei libri scolastici ed aumento dei fondi per le biblioteche di Istituto;

16- Adeguamento degli stipendi degli insegnanti alla media europea (ce lo chiede l’Europa);

17 – Protezione del docente e rispetto della sua dignità con normative più chiare, soprattutto per non sottovalutare i numerosi episodi di aggressione di cui la classe insegnante è stata oggetto.

Altro potrei dire, ma non so quanto questi governanti, così come i precedenti, siano disposti ad ascoltare le istanze che provengono dalla base. Non si tratta di un libro di sogni ma delle priorità che una nazione dovrebbe garantire alla conoscenza. L’istruzione e la Scuola misurano il grado di civiltà di una Nazione.

Giampaolo Bullegas