Home Sicurezza ed edilizia scolastica Nuovo Regolamento Ue privacy, le scuole non sanno cosa fare

Nuovo Regolamento Ue privacy, le scuole non sanno cosa fare

CONDIVIDI

Il 25 maggio prossimo entrerà in vigore il Regolamento europeo sulla Privacy (RGPD, ovvero Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati), con grosse ripercussioni anche per le istituzioni scolastiche.

Gli adempimenti per adeguarsi alle nuove norme sono piuttosto complessi e richiedono competenze specifiche, che alle scuole purtroppo in molti casi mancano.

Per questo i Sindacati hanno avanzato richiesta unitaria per un incontro urgente al Miur.

In proposito, la FLC CGIL fa sapere che la convocazione dovrebbe arrivare per l’inizio della prossima settimana e in quell’occasione le OO.SS. chiederanno “all’Amministrazione di gestire centralmente tutte le problematiche connesse all’attuazione delle novità previste dal Regolamento Europeo (a partire dal prossimo 25 maggio) e contenute nelle modifiche al Codice Privacy (D.Lvo 196/2003) che il Governo sta predisponendo e di cui non si conosce ancora l’entità”.

Inoltre, scrive la FLC CGIL, “chiederemo di dare alle  scuole il supporto necessario per districarsi in una materia complessa e di non facile interpretazione, attraverso indicazioni univoche  (sulla valutazione di impatto dei trattamenti, sui modelli di registro dei trattamenti e sull’individuazione delle figure) che consentano ai dirigenti scolastici e agli uffici di segreteria di valutare le misure necessarie a mantenere alto il livello di protezione dei dati personali e sensibili che trattano quotidianamente nell’esercizio dei loro compiti istituzionali.

Quanto alla prevista nomina del Responsabile della Protezione dei dati (RPD), ribadiremo la richiesta di individuare la figura a livello centrale (regionale o nazionale) perché il regolamento non lo vieta, anzi lo raccomanda in caso di amministrazioni pubbliche con strutture ramificate nel territorio, come nel caso dell’amministrazione scolastica“.

Confermiamo infine il nostro impegno – conclude il Sindacato – a sostenere i dirigenti scolastici e le scuole in questa materia, evitando che l’applicazione della legislazione europea sulla protezione dei dati personali si trasformi in un confuso “fai da te” a vantaggio di un mercato che si alimenta di bisogni e necessità delle scuole a cui l’Amministrazione per prima dovrebbe rispondere“.