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Onde anomale, Ernesto Romano a Catania

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Il lavoro consiste nel fermare centinaia di immagini, perlopiù primi piani di donne e bambini, da uno schermo televisivo. Ogni immagine è ottenuta da un fotogramma ricavato da filmati mandati in onda dai telegiornali. Al televisore, poi, viene manipolata la sintonia, di volta in volta, fino ad ottenere un immagine sinuosa. Quindi viene scattata la fotografia.
Si ottengono così volti distorti, sovrapposti, che ricordano la sinuosità delle onde. Onde oceaniche, onde elettromagnetiche, onde radio, come quelle dell’audio (mandato in filodiffusione durante la mostra insieme alla colonna sonora) del primo S.O.S. lanciato da una radioamatrice tailandese nell’Oceano Indiano, quando non si sapeva ancora che si trattasse di uno tsunami.
L’installazione della mostra è costituita da una serie di stampe realizzate dalle immagini selezionate, pendenti dal soffitto al centro della stanza. Il visitatore si trova dunque circondato da immagini forti che però possiedono anche la caratteristica di essere mutevoli, effimere, cangianti, a rappresentare questa doppia valenza di ciò che osservano i nostri occhi.

La ricerca di Ernesto Romano si estende multidisciplinariamente tra pittura, fotografia, video e musica.
Ha conseguito la laurea in Filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma e studiato regia cinematografica.
In fotografia, col reportage, si è recato a lavorare in Africa, Sud America, Siria e Cina e le sue mémoires fotografiche sono incluse nel Libro Bianco e nel cd-rom di testimonianze sul G8 di Genova.