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Pensioni scuola, finita quota 102 nel 2023 si torna alla Fornero. C’è chi propone quota 41 o 104

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C’era una volta quota 102 che consentiva l’uscita dal lavoro, anche per il personale della scuola, con 64 anni di età e 38 di contributi. Dopo quota 100 che ha consentito l’uscita dal mondo del lavoro con almeno 62 anni di età anagrafiva e 38 di contributi, si è passati, nel 2022, alla possibilità di uscire da scuola con un minimo di 64 anni di età e 38 anni di contributi grazie alla pensione quota 102. Bisogna ricordare che quota 100 è stata voluta, in via sperimentale, dalla Lega per creare un argine alla Legge Fornero sulle pensioni. Dal 2023, se il nuovo Parlamento che sarà eletto e il nuovo Governo che verrà nominato non interverrà, si tornerà ad andare in pensione esclusivamente con la Legge Fornero.

Legge Fornero sulle pensioni

La riforma pensionistica voluta dall’ex ministra del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Monti, Elsa Fornero, fissa a 67 anni l’età di pensionamento, anticipabile, con taglio dell’assegno, per gli uomini con alle spalle almeno 42 anni e 10 mesi di contributi e per le donne con 41 anni e 10 mesi. In buona sostanza un docente entrato a scuola nel 1993 con un’età di 26 anni, andrà in pensione nel 2034, ovvero fra 12 anni, con 41 anni di contributi ( senza riscatto degli anni di Università).

Lega propone quota 41 a prescindere dall’età

Contro la riforma pensionistica dell’ex Ministra Fornero, emerge, ancora una volta una proposta politica anche in chiave elettorale, della Lega di Matteo Salvini. Il leader della Lega dichiara: “Dal primo gennaio dell’anno prossimo, se il Parlamento non approva nulla di diverso, rientra in vigore la legge Fornero, che significa andare in pensione a 67 anni. Su questo non facciamo sconti a nessuno, l’obiettivo è arrivare a quota 41. Impediremo con ogni mezzo necessario il ritorno alla legge Fornero”.

Forza Italia è orientata per quota 104

Forza Italia spinge per Quota 104. Le dichiarazioni di Tajani, Coordinatore di Forza Italia sono molto chiare: “Quota 100 a noi non ci affascinava, meglio allora quota 104 ma credo che si debba dare vita ad un riforma che tuteli i lavori ultrasessantenni ma anche i lavoratori giovani. Dobbiamo avere un sistema pensionistico che tuteli i giovani”.

Pensioni e programmi elettorali

Il programma elettorale di centrodestra non specifica nulla di preciso rispetto all’idea di una riforma pensionistica che vada ad arginare la Legge Fornero tanto amata dall’Europa. Nel programma del centrodestra è solo scritto che si prevede una maggiore flessibilità per l’accesso alle pensioni anticipate. Questo significa che la Legge Fornero non verrà assolutamente abrogata o modificata, ma saranno previste forme pensionistiche anticipate che avranno una decurtazione dell’assegno.

Il Partito Democratico è più cauto nel fare proposte che vadano ad arginare eccessivamente la Legge Fornero, in buona sostanza il PD punta a confermare e rafforzare l’Ape sociale e Opzione donna. Mentre più decisa sarebbe la riforma pensionistica proposta dal M5S di Conte. L’ex Premier Conte propone di consentire l’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni col contributivo, ma garantendo anche il riscatto gratuito della laurea.