
Ristudiamo il calendario scolastico è una petizione lanciata da “WeWorld” e dall’associazione “Mammadimerda” per chiedere alle istituzioni di ascoltare la voce delle famiglie e rimodulare il calendario scolastico italiano, che, oltre a essere il più lungo d’Europa, ha pure la pausa estiva più lunga,con 14 settimane di vacanze, e risulterebbe pure uno dei sistemi più stressanti del mondo, con gli eccessivi carichi di lavoro concentrati nello stesso periodo di tempo.
A supporto della petizione, dicono pure che le eccessive vacanze estive moltiplicherebbero le disuguaglianze, “favorendo la perdita di competenze cognitive e relazionali di bambine, bambini e adolescenti e scoraggiando la conciliazione di vita-lavoro per tanti genitori costretti a destreggiarsi tra campi estivi costosissimi e mancanza di alternative a prezzi ridotti”.
E dunque viene chiesto:
· apertura delle scuole anche nei mesi di giugno e luglio con attività extra scolastiche e conseguente rimodulazione delle pause durante l’anno;
· introduzione obbligatoria del tempo pieno dai 3 ai 14 anni in tutte le scuole per offrire a studenti e studentesse la possibilità di scegliere – ovunque – tra tempo pieno e tempo parziale.
In modo particolare, viene denunciato il fenomeno del “summer learning loss”, cioè la perdita di competenze durante l’estate, che avrebbe pure “un effetto cumulativo sui risultati futuri, andando ad aumentare il divario educativo e le probabilità di abbandono tra bambini/e e ragazzi/e provenienti da contesti svantaggiati, ma anche per bambini/e con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)”.
Vengono inoltre richiesti nuovi luoghi educativi, ovvero “spazi polivalenti, mense, laboratori, cortili, luoghi in cui sperimentare una didattica diversa, in cui bambini/e e ragazzi/e possano stare insieme e consolidare le competenze cognitive, integrandole ad attività extra-cognitive. In un Paese dove 5 scuole su 10 non possiedono un certificato di agibilità interventi di ripensamento e nuova progettazione dell’edilizia scolastica non sono più rimandabili”.
L’idea proposta è quella, aprendo le scuole mattina e pomeriggio, di “realizzare più intrecci e scambi tra apprendimenti formali e informali. Non si tratta solo di allungare il tempo scuola, ma di ripensare con flessibilità e intelligenza l’intera offerta formativa di una scuola aperta al territorio. Si potrebbero introdurre, infatti, accanto allo studio, proposte varie, anche opzionali, che valorizzino la conoscenza di sé e del mondo attraverso attività espressive come la musica, le arti plastiche, il teatro e la produzione di video, alimentando l’aspetto culturale e di ricerca di linguaggi largamente praticati dai più giovani. Coinvolgere agenzie educative diverse dalla scuola, che quindi non richiedono un ulteriore lavoro da parte di insegnanti, consentirebbe di offrire attività ludiche e ricreative radicate sul territorio, il che è particolarmente importante per chi proviene da contesti economico-sociali svantaggiati”.
La petizione avrebbe finora superato le 72 mila firme, mentre viene soprattutto sottolineato che non si tratta di diminuire gli attuali 200 giorni scolastici, “ma di spalmarli in modo più equilibrato durante l’anno, con la possibilità di tenere aperte le scuole anche in giugno e luglio.