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Piano assunzioni, il Sud non si può certo lamentare

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Oltre 9.000 docenti e più di 10.000 Ata: sono le assunzioni dei precari che il ministero dell’Istruzione ha assegnato alle otto Regioni del Sud – Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna – in occasione della suddivisione del contingente nazionale pari a 30.219 insegnanti e 36.000 amministrativi, tecnici ed ausiliari. In entrambi i settori lavorativi, quindi, la consistenza del numero di immissioni in ruolo al Meridione non appare così drasticamente ridotta, come invece preannunciato alla vigilia. E come, del resto, sarebbe dovuto andare vista la sempre più consistente emigrazione degli ultimi anni da parte degli aspiranti lavoratori della scuola dal Sud al Nord. Invece, numeri alla mano, ora si scopre che al Sud sono state assegnate quasi il 30 per cento delle assunzioni. Un dato – derivante da un numero di posti vacanti superiori a quelli che ci si attendeva e probabilmente anche da alcuni ritocchi ai coefficienti di assegnazione – che non sfuggirà di certo agli analisti di settore. E nemmeno a certi politici del Centro-Destra (in particolare del Carroccio). Per non parlare degli assessori all’Istruzione delle principali Regioni del Nord, che nei giorni scorsi si erano mossi, scrivendo anche al ministro Gelmini, per cercare di spostare più assunzioni possibili dal Lazio (compreso) in su.
Fin qui le considerazioni a livello di macro-area. Se si guardano le singole Regioni, però, il quadro cambia. Ad esempio la Lombardia non potrà di certo lamentarsi, visto che vi si concentrerà circa il 20 per cento delle assunzioni (quasi 5.100 docenti e 7.450 Ata). Alto il numero di assunzioni anche nel Lazio, dove verranno convocati per il contratto a a tempo indeterminato 3.200 docenti e quasi 3.400 Ata. Cospicua l’entità dei docenti da assumere anche in Emilia Romagna (2.935), in Toscana (oltre 2.600), Campania (2.579), Piemonte (2.425) e Veneto (circa 2.100).
A ben vedere, si tratta, esclusa la Campania, sempre di regioni del Centro-Nord. A pesare sul dato finale, bilanciando non di poco i conti, sono state allora alcune realtà regionali sopra il Po: in particolare il Friuli, dove entreranno in ruolo appena 630 docenti, e la Liguria, solo 685. Se si guarda poi al personale Ata si hanno ulteriori conferme: alti numeri si riscontrano in Piemonte (3.300), Veneto (circa 3.100), Campania (quasi 3.000) ed Emilia Romagna (2.800). In assoluto, la Regione dove si effettueranno meno assunzioni sarà il Molise, con poco più di 400 unità tra docenti e Ata equamente suddivisi. 
Certo, un danno i docenti del Sud lo hanno sicuramente avuto: è quello che deriva dalla decisione del Governo (su forte spinta leghista) di assumere 10.000 nuovi insegnanti tramite le graduatorie con le “code” (dove nove volte su dieci si erano posizionati proprio loro), volute dal ministro Gelmini nel 2009, salvo fare marcia indietro in occasione della recente tornata di rinnovi a causa delle sentenze negative rimediate dall’avvocatura dello Stato nelle aule dei tribunali. Ma questo è un altro discorso. Che molto probabilmente continuerà sempre in quelle aule…