Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Più ore di cattedra in cambio di più ferie

Più ore di cattedra in cambio di più ferie

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Questa volta, forse, il Governo ha esagerato: l’ipotesi di aumentare l’orario di cattedra di tutto il personale docente ha messo in allarme tutti i sindacati.
Massimo Di Menna (Uil-Scuola) si mostra quasi incredulo (“Pensare che con un decreto legge si possa cancellare il contratto di lavoro che regola orario di lavoro e retribuzioni, aumentare gli obblighi di servizio, ridurre la retribuzione e su questo avere il voto favorevole delle forze parlamentari, sarebbe un vero e proprio ‘impazzimento’”).
E se l’aumento dell’orario sembra per ora solo una ipotesi, è invece praticamente sicuro che nel decreto stabilità sono già state inserite norme sul un ulteriore blocco dei contratti e sulla cancellazione della indennità di vacanza contrattuale).
In ogni caso il Senatore Pittoni (Lega) ci conferma che si tratta di qualcosa di più di una semplice ipotesi: “Negli ambienti ministeriali si sta parlando da qualche giorno di aumentare l’orario di cattedra ‘in cambio’ di un aumento dei giorni ferie del personale docente”.
Secondo i tecnici del Ministero aumentando le ore si verrebbe semplicemente a “regolarizzare” una situazione già esistente perché già ora i docenti della secondaria lavorano complessivamente ben più di 18 ore settimanali.
Il ragionamento del Ministero sarebbe comprensibile se si parlasse di aumento dell’orario di lavoro nel suo complesso, mentre – a quanto pare – il decreto prevede un aumento delle ore di insegnamento.
Tra l’altro va osservato che se oggi un docente di italiano di liceo ha bisogno di altre 10 ore settimanali per preparare 18 ore di lezione, d’ora in poi per 22 ore di cattedra avrà necessità di almeno altre 12 ore extra.
La questione dell’orario si intreccia con quella degli scatti stipendiali.
Proprio in queste ore presso il Ministero è in corso un incontro per affrontare il problema; gli animi sono piuttosto caldi e non è da escludere che, in mancanza di risposte certe e definitive da parte del Ministro, non si arrivi ad uno sciopero di tutte le sigle sindacali.