Home Didattica Più riassunti e meno temi per favorire il lessico degli studenti

Più riassunti e meno temi per favorire il lessico degli studenti

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A parere di Luca Serianni, uno dei principali linguisti italiani e ora consulente per l’apprendimento della lingua italiana, per allenare i giovani studenti a strutturare un testo occorrono meno temi e più riassunti in classe. Così dovrebbe crescere anche il lessico.

E sarà lui a capo di un gruppo di lavoro al Miur, composto anche da esperti di Invalsi e insegnanti di liceo, col compito di arginare le carenze linguistiche dei giovani  evidenziate  da 600 intellettuali e universitari lo scorso febbraio.

La notizia su Repubblica che ha pure intervistato lo studioso.

Perché dunque il riassunto? «Si tratta di rendere in modo efficace un testo di partenza senza sbrodolare, gerarchizzando le informazioni». Gli studenti sono convinti, quando scrivono un tema, che più si scrive meglio è. Ma la dote della sintesi è importante per alzare il loro livello di scrittura: «La capacità di strutturare un discorso e di riconoscere se è ben fatto è fondamentale, ci sottrae dall’essere in preda del primo imbonitore».

I testi da proporre però devono variare e vanno introdotti testi differenti, anche articoli di giornali.

 

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Poi c’è il lessico, perché gli studenti hanno un bagaglio limitato di parole.

Per Luca Serianni «La scuola deve essere il luogo dove gli studenti vengono allenati a riflettere su quello che scrivono, cosa che nemmeno gli adulti fanno quando scrivono in Facebook». Nello specifico invece non si interverrà sull’ortografia, ma verranno fornite invece indicazioni per fissare nettamente le regole irrinunciabili.

«Penso all’uso degli accenti e dell’acca non fonetica, all’eliminazione di alcune forme dialettali. Da Roma in giù, per esempio, può capitare di scrivere legittimo con due “g”». Questo lavoro però deve partire dalla scuola primaria. Serianni comunque sembra avare ancora fiducia nella scuola, bisogna solo correggere delle criticità. «Per farlo ci siamo dati il tempo di un anno di lavoro».