Home I lettori ci scrivono Precariato e supplentite non si risolvono con le sanatorie

Precariato e supplentite non si risolvono con le sanatorie

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E se vi dicessimo che esiste una categoria di precari cosiddetti “storici” per cui nessun sindacato ha mai mosso un dito? Ci credereste?

Se vi dicessimo che i sindacati hanno letteralmente ignorato questa categoria di insegnanti, pensereste che sia vero?

Probabilmente no. Non almeno alla luce dell’ultima sanatoria che consentirà ai precari non abilitati con 36 mesi di servizio, di accedere al ruolo senza dover dimostrare a nessuno se sono davvero dei bravi insegnanti.

Gli altri precari che abbiamo menzionato siamo proprio noi, gli abilitati TFA, docenti qualificati nonché in possesso dei fatidici 36 mesi di contratti a tempo determinato, eppure nessuno ci ha mai tirato in ballo durante le trattative per la stabilizzazione dei precari “storici” (a proposito, complimenti per la scelta dell’aggettivo).

“Ma se i sindacati vi ignorano, avete provato con il Ministro?” Certo che ci abbiamo provato. Ma, nonostante le ripetute richieste per un confronto diretto, il ministro Bussetti non è mai riuscito a trovare un minuto del suo tempo da dedicarci, cosa che ha fatto sorgere il più che legittimo dubbio che ci stesse volutamente evitando.

“Davvero, non starete un po’ esagerando?” Mettiamola così. In un momento come questo, il ministro e sindacati hanno preferito che ci fossero le condizioni per siglare in tutta tranquillità un accordo per eliminare il precariato e la famigerata supplentite. Peccato che, come ben noto, i dati relativi all’uno all’altra siano addirittura peggiorati dopo il bando del primo PAS, che consentì l’accesso all’abilitazione a quasi novantamila docenti che non avevano superato le prove selettive del TFA. Il risultato, a suo tempo e molto probabilmente anche oggi, fu solo quello di intasare le graduatorie.

Eppure la soluzione per avere meno supplenti all’avvio del prossimo anno scolastico sarebbe stata molto semplice. Pubblicare le graduatorie del concorso riservato agli abilitati, completare le procedure prima del termine del 31/8 in modo da consentire l’assunzione di migliaia di precari qualificati. Oltre a questo, sarebbe stato necessario bandire in tempi brevi il nuovo concorso ordinario, come previsto nel DLGS 59/17 che regolamenta il reclutamento dei docenti e che, è bene ricordarlo, è tuttora in vigore.

Noi del Coordinamento Nazionale TFA ci opponiamo con forza a questa nuova sanatoria, e questo non perché siamo egoisti e menefreghisti, ma perché ci teniamo al bene della scuola e dei nostri studenti, che meritano degli insegnanti preparati.

Ci teniamo anche al buon funzionamento del sistema di reclutamento, che rischia di essere nuovamente bloccato da graduatorie chilometriche, come già lo è stato per anni.

Anche qui sarebbe bastato attenersi al DLGS 59/17 e ancora prima a quanto stabilito dalla Legge 107 (ancora in vigore), per cui l’abilitazione non è più requisito di accesso alla professione, mentre l’unico canale di reclutamento è quello del corso-concorso FIT, che si sarebbe potuto e dovuto migliorare, senza stravolgerne le linee guida a puri fini elettorali.

Un nuovo regime transitorio, che consenta ai precari di abilitarsi e poi di essere stabilizzati, non avrebbe pertanto nessuna ragione di esistere, se non quella appunto di intasare le graduatorie per una manciata di voti e di tessere sindacali.

Pareri contrari a questo nuovo PAS sono giunti anche da molti docenti di ruolo, da altri abilitati e specializzati, da diverse associazioni di genitori e di presidi. I loro dubbi e le loro perplessità, oltre a rispecchiare le nostre considerazioni, riguardano, giustamente, anche il ricorso eccessivo alle supplenze e la continuità didattica. Ma su questi punti ci sarebbe da chiedersi come mai nessun sindacato abbia mai pensato alla proposta di offrire ai docenti che stanno partecipando al concorso 2018, ai vincitori e agli idonei del concorso 2016 la possibilità di scegliere se accettare il ruolo in una regione diversa da quella per cui si è concorso, ricollocando i docenti del sud nelle regioni del nord con carenza di docenti in modo da coprire quante più cattedre vacanti possibile e assumere, finalmente, i docenti abilitati ancora in attesa di ruolo.

Per concludere, il Coordinamento esprime la sua profonda gratitudine all’on. Fusacchia per i suoi interventi critici, al dott. Gavosto per i suoi articoli e a tutti i deputati del M5S che hanno firmato il comunicato contro l’istituzione del nuovo PAS per aver evidenziato come la propaganda della stabilizzazione cozzi con la realtà.

Coordinamento nazionale TFA