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Prima la“I” come inglese, impresa, informatica. Poi la “I” come identità. Ora è spuntata la“I” come ignoranza

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Strano destino quello della lettera “I”, ormai al centro dell’attenzione di molti politici italiani per quanto riguarda i temi scottanti della scuola. Alle tre “I” berlusconiane (inglese, impresa e informatica), Francesco Storace, fondatore de “La Destra”, aveva aggiunto la quarta di “Identità”. Ma adesso il ministro della Pubblica Istruzione formula anche la “I” di Ignoranza. E, ironia a parte, forse per gli studenti della scuola italiana (non tutti fortunatamente) sembra calzi proprio a pennello.

Giuseppe Fioroni ne parla il 14 marzo a Milano, nella giornata conclusiva dei “Colloqui sulla buona scuola. Emergenza e sfide educative” promossa dalla Cisl- Scuola (i due incontri precedenti si erano svolti a Roma e a Torino rispettivamente il 29 febbraio e l’11 marzo).
Fioroni parla della “I” di Ignoranza quando parla dei debiti scolastici. Per il Ministro bisogna ritornare “agli elementi fondamentali su cui poggiare le radici della nostra cultura e della preparazione dei ragazzi. Si sono tante enfatizzate le tre “I” dell’ultima riforma (inglese, impresa , informatica), ma quello che emerge, anche dalle ricerche internazionali, c’è una quarta I, quella dell’ignoranza. La scuola sta mettendo in campo un grande sforzo per il recupero delle insufficienze, perché i debiti vanno pagati”.
Fioroni parla pure di “emergenza educativa”. Per il Ministro non è un problema solo della scuola, ma “dobbiamo cambiare mentalità anche noi adulti, abbandonando quella della responsabilità limitata che ci siamo assunti nei confronti dei nostri figli. La scuola deve fare la propria parte, cercando di ridare serietà e autorevolezza alla scuola stessa”.