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Profughi ucraini: per le lezioni di italiano coinvolte anche associazioni di volontariato; molti di loro fanno dad con gli insegnanti rimasti in patria

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In attesa che arrivi l’annunciata circolare del Ministero con indicazioni, anche di natura educativa e pedagogica, sulle modalità di accoglienza delle bambini, di bambini, delle ragazze e dei ragazzi ucraini, le autorità centrali sono al lavoro per adottare le misure necessarie per far fronte alla emergenza internazionale provocata dal conflitto russo-ucraino.

Nei giorni scorsi il Governo ha approvato il decreto legge numero 21 “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”, mentre il 21 marzo il Dipartimento per la Protezione Civile ha firmato una ordinanza che prevede la possibilità che le organizzazioni di volontariato vengano utilizzate per attività di insegnamento della lingua italiana agli ucraini (e in particolare ai minori) che stanno arrivando nel nostro Paese.
L’ordinanza chiarisce che tale personale dovrà comunque operare solamente a supporto degli operatori della “struttura ordinariamente preposta all’attività” (e cioè della scuola). Le attività di accoglienza dei minori ucraini si preannunciano piuttosto complesse e delicate in quanto si tratta in questa circostanza si ha a che fare con veri e propri profughi di guerra che, almeno tendenzialmente, vedono la loro permanenza in Italia come una situazione provvisoria.
Per intanto, dalle notizie che arrivano dai territori, molti minori ucraini arrivati nel nostro Paese hanno iniziato a frequentare le nostre scuole, ma altrettanti sono ancora ospiti di parenti o amici e, durante la giornata, si collegano con i loro insegnanti rimasti in Ucraina per seguire qualche lezione a distanza.
E’ un modo per mantenere i legami con la loro patria con la speranza di poterci ritornare al più presto.