Home Didattica Quel “Clil” che sembra un click scarico

Quel “Clil” che sembra un click scarico

CONDIVIDI

Pare di no, anche perché occorrono insegnanti formati sia dal punto di vista linguistico (il livello di preparazione deve essere avanzato, almeno C2), sia dal punto di vista metodologico, mentre sono pure previste competenze sull’uso delle nuove tecnologie e apprendimenti basati non più su spiegazioni frontali, ma su percorsi e progetti. Una sorta di rivoluzione didattica e metodologica  che come sempre pare sia rimasta sulla carta e nelle intenzioni dei suoi estimatori, mentre l’impegno del Miur di formare i docenti è risultato vano, considerato che i ritardi sono enormi, cosicchè contare su un docente Clil ogni due quinte appare quasi fantascienza.

Quali e quante saranno allora la scuole in Italia che già dal settembre di quest’anno partiranno col “Clil” nelle quinte classi? Poche, si presume, e talvolta pure con docenti senza le necessarie competenze, o puntando magari sulla disponibilità di personale preparato dal punto di vista linguistico, ma senza i dovuti aggiornamenti promessi dal ministero o dopo essersi pagati di propria tasca  magari corsi specialistici: su base volontaria insomma più che su effettiva strategia didattica guidata dal ministero. Tuttavia il fatto che non siano previste sanzioni per chi deroga dalla disposizione e l’abbassamento al 50 per cento del monte ore della materia prescelta, rassicurano i dirigenti, mentre per avviare il “Clil” in modo graduale, si sarebbe pure stabilito che le lezioni possano avvenire in videoconferenza con altre classi.