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Recita di Natale senza simboli cristiani per rispetto di altre religioni, è polemica. La ds: “la scuola educa alla presenza di più valori”

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Il Natale è alle porte, e col suo arrivo, come ogni anno, fanno capolino le polemiche riguardanti le scelte di alcune scuole a proposito del contenuto delle recite di fine anno. Ieri sera, 20 dicembre, il programma di Rete4 Zona Bianca ha trattato il caso di una scuola della provincia di Isernia, la scuola elementare Tonino Trapaglia, che, a quanto pare, per evitare di offendere altre religioni ha eliminato simboli relativi alla natività cristiana all’interno della rappresentazione.

Il parroco non ci sta

La decisione non è andata giù al parroco della cittadina in questione, Belmonte del Sannio. Quest’ultimo ha scritto un post su Facebook in cui ha parlato di “motivazioni discutibili”. Le telecamere del programma televisivo lo hanno intervistato: “La laicità significa abbandonare le nostre tradizioni per compiacere gli altri. Accogliere non significa rinunciare alle proprie radici”, ha insistito.

A quanto pare la decisione sarebbe stata presa dalla dirigente scolastica dell’Istituto che comprende la scuola, l’Omnicomprensivo G.N. D’Agnillo, Tonina Camperchioli, e da alcune insegnanti, vista la presenza di cinque bambini di fede musulmana nella scuola elementare. In un primo momento, a quanto pare, si sarebbe addirittura pensato di non allestire nemmeno il presepe.

La preside ferma nella sua decisione

La preside ha difeso la sua scelta: “La scuola educa alla presenza di più valori. Rispettare tutti senza escludere nessuno. Lo spettacolo non parla della Natività ma insegna ai bambini che gli alberi non devono essere sradicati”.

Al solito si è acceso il dibattito: ci sono coloro che non vogliono abbandonare le tradizioni e altri che invece credono che la scuola debba avere un’impronta laica e che si possa fare un sacrificio per dare un segnale di inclusione e per non offendere nessuno.