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Assunzioni docenti, 8 precari su 10 contrari ai concorsi: bastano titoli e 36 mesi di supplenze. Scettici molti prof di ruolo – Esiti SONDAGGIO

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Nell’ultimo sondaggio della Tecnica della Scuola, sono stati oltre 2 mila i docenti che hanno alzato la voce per chiedere nuove procedure di reclutamento, in particolare l’introduzione del “doppio canale” che permetterebbe di immettere in ruolo direttamente da graduatoria gli abilitati con almeno 36 mesi di servizio svolto. Una richiesta, dettata anche dal boom di supplenze annuali che anche quest’anno la scuola si appresta a vivere, che però non è uniforme: quasi la metà degli insegnanti di ruolo che hanno partecipato alla rilevazione, infatti, non sembra gradire questa procedura, evidentemente considerata una “scorciatoia” verso la stabilizzazione con poca considerazione del merito.

I docenti precari

A chiedere una via preferenziale per i precari sono naturalmente i precari stessi: quasi 9 su 10 pensano che bisognerebbe spingere su una procedura di immissione in ruolo per soli titoli, se accompagnata da un numero minimo di anni di insegnamento già fatti in classe. Insomma, la formula perfetta, secondo molti docenti non ancora stabilizzati si riassume così: titoli più formazione sul campo. E c’è chi tra loro pensa che:

  • “Ci dovrebbe essere una commissione di valutazione sul lavoro svolto dai docenti precari in ogni scuola dopo 5 o 6 anni di esperienza”.
  • “Favorevole se si considerano i seguenti titoli di servizio: anni di precariato, l’essere stato coordinatore di classe, commissario d’esame, referente progetto, verbalista e tutto ciò che riguarda l’insegnamento e il lavorare a scuola! Non i titoli esterni che possono essere stati comprati”.
  • “Si dovrebbe promuovere un anno di formazione universitaria con selezione in uscita e successivamente l’accesso al ruolo”.
  • “Le immissioni in ruolo dovrebbero essere in parte da una graduatoria per titoli, ma prevedere un anno di formazione serio e un esame finale. Se non si supera l’esame finale, si resta supplenti”.
  • “Solo dopo due trienni di insegnamento continuo su classe di concorso”.
  • “Percorsi abilitanti finalizzati al ruolo per i precari +36. No sanatorie ma neanche percorsi impossibili”.
  • “La normativa europea è chiarissima, dopo 36 mesi di lavoro precario si ha diritto alla stabilizzazione. Lo Stato italiano, invece, sfrutta i precari per anni. Creare percorsi semplificati per tutti coloro che abbiano superato i 36 mesi di precariato è doveroso”.
  • “Titoli e una prova orale sulla metodologia didattica. Se si hanno più di 10 anni di servizio anche solo titoli”.
  • “Si dovrebbe anche fare una selezione attitudinale e corso di formazione”.

I docenti di ruolo

Tra gli insegnanti di ruolo, invece, poco più della metà sono dello stesso parere dei colleghi precari.

Gli altri auspicano procedure più selettive. E comunque in molti sostengono che la discriminante sia il Tfa, dato che “chi ha fatto il TFA ha già vinto un concorso, gli altri no. Tutti gli ammessi devono aver superato uno scritto, e non con le crocette,” si augura parte della classe docente già di ruolo.

Ad ogni modo, gli eventuali concorsi devono essere “seri, non quiz rischiatutto”. E un altro docente sottolinea: “Finora troppo nozionismo e poca attenzione alla formazione didattica: sapere le cose non è saperle insegnare…”.

O ancora:

  • “Concorso straordinario semplificato con solo colloquio orale che preveda la simulazione di un’attività didattica”.
  • “Contraria alla selezione per soli titoli. I titoli sono importanti ma dovrebbe essere data maggiore importanza alle competenze emotivo-relazionali. Tutti possono preparare la lezione perfetta, altro è riuscire a portarla avanti in sezione/classe”.
  • Dipende da cosa si intende per titoli (tendenzialmente sono d’accordo se la cosa venisse disciplinata da persone altamente competenti).

Altre risposte

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Chi ha risposto al sondaggio?

A rispondere al sondaggio, quasi sei su 10 sono insegnanti precari in attesa di stabilizzazione, 3 su 10 sono già in ruolo

Provenienza geografica

Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 30 luglio all’1 agosto 2022. Hanno partecipato 2.018 lettori. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.