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Referendum, niente quorum. Più di un elettore su 3 ha votato no sul quesito sulla cittadinanza: Tajani rilancia lo Ius Scholae

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Il referendum di ieri e oggi, 8 e 9 giugno, non ha raggiunto il quorum. L’affluenza che si è fermata poco sopra il 30%. Niente da fare per i cinque quesiti sul lavoro e sulla cittadinanza. In particolare, è un dato interessante, al quesito che proponeva di ridurre da dieci a cinque gli anni per ottenere la cittadinanza italiana più di un cittadino su tre ha votato “no”.

La debacle

Doveva essere il quesito che avrebbe trascinato gli altri quattro, invece quello sulla cittadinanza si è rivelato il più fragile e con la percentuale di sì più bassa rispetto a quelli sul lavoro: intorno al sessanta per cento contro più dell’85 per cento.

“Oggi in Italia si votano dei referendum che non passeranno: la cittadinanza non è un regalo, chiediamo regole più chiare e severe per essere cittadini italiani, non basta qualche anno in più di residenza”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo sul palco della “Festa della Vittoria” dei Patrioti Ue, come riporta La Repubblica.

Tajani così rilancia la proposta di Ius scholae: “La riforma più giusta per garantire l’integrazione, è quella di FI: 10 anni di scuola con profitto e poi si può richiedere la cittadinanza”.

Ius Scholae, Tajani ne parla da tempo

“Sullo Ius Scholae – ha puntualizzato Tajani lo scorso settembre – ho detto di attualizzare la legge sulla cittadinanza. Di concederla a chi per 10 anni frequenta la scuola con profitto. Questa è una proposta più severa della legge attuale con cui si diventa cittadini a 18 anni se si è sempre stati in Italia. La scuola invece ti forma come cittadino italiano”.

“Questo non ha nulla a che vedere con la lotta all’immigrazione illegale: ho difeso Matteo Salvini per quello che ha fatto per difendere i confini, però sullo Ius Scholae il centrodestra non può essere oscurantista e non capire come cambia una società”, ha detto Tajani, riferendosi ad esempio a chi viene a lavorare in Italia o ai profughi e ai loro figli.

E ancora: “Sono contrario allo Ius Scholae dopo 5 anni, è troppo poco, e sono contrario allo Ius Soli“, con il quale la cittadinanza si acquisirebbe per il fatto di essere nati sul territorio dello Stato italiano.

Invece, “la sinistra si illudeva che votassimo i loro emendamenti per far cadere il governo. La cittadinanza è una cosa seria, non è un giochetto parlamentare”, ha concluso Tajani.