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Religione a scuola, spesso è un’ora buca e la insegnano solo gli amici del Vescovo: Corlazzoli insiste per cambiarla

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Riceviamo e pubblichiamo la replica di Alex Corlazzoli al commento del sindacato Snadir alla presa di posizione assunta dallo stesso maestro-giornalista contro l’attuale modalità di insegnamento della Religione cattolica, derivante dalle modifiche al Concordato Stato-Chiesa stipulate nel 1984.

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Ho letto con interesse le parole del segretario nazionale dello Snadir Orazio Ruscica così come ho letto con cura quelle dei tanti colleghi di religione (molti amici) che mi hanno scritto. Intanto vorrei rassicurare Ruscica che chi mi conosce sa bene che non passo manco un minuto sotto l’ombrellone perché non amo particolarmente la vita da spiaggia in estate. In ogni caso, Ruscica dimentica che questo Paese e la sua scuola pubblica sono laici. Nella vicina Francia la religione Cattolica non è assolutamente entrata in aula. Il fatto che in Italia sia presente altro non è dato dalla presenza talvolta invadente del Vaticano che dai tempi del fascismo esercito un ruolo nella e sulla politica.

A Ruscica basterebbe ripassare la storia dell’insegnamento della religione Cattolica per capire.

Nel 1923, durante il governo fascista, la riforma della scuola rese obbligatorio l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole elementari, con decreto reale del 1º ottobre del 1923, n 2185, del ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile. Con il concordato del 1929 si introduceva e rendeva obbligatoria l’ora di religione anche nelle scuole medie e superiori, quale “fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica”.

Nel 1955 i programmi del ministro della Democrazia Cristiana Giuseppe Ermini assunsero un carattere marcatamente confessionale. Bisogna aspettare il Concordato del 1984 per veder venir meno l’obbligatorietà dell’insegnamento.
Detto questo non vedo perché, visto che Ruscica parla di tolleranza e accoglienza , non si possa passare dall’insegnamento della religione Cattolica (questa è la definizione ufficiale) a quello delle religioni. A sentir Ruscica sembra che già venga fatto e allora chiariamolo senza lasciare dubbi e interrogativi. In questi anni molti ragazzini migranti scegliendo di non avvalersi della religione Cattolica si sono sentiti esclusi tant’è che spesso l’ora di alternativa diventa una sorta di ora buca spesso assolta da docenti “scomodi” alla Scuola.

In questo modo abbiamo escluso migliaia di bambini e ragazzi che invece sarebbero stati interessanti ad un un’ora in cui si affrontano la storia delle religioni e non certo un’educazione all’etica e alla morale. La difesa di Ruscica è divertente: il segretario ride di me colpevole di non aver specificato che chi insegna religione Cattolica è comunque passato da un concorso ma cela il fatto che per accedere al concorso serve comunque l’idoneità del Vescovo. Il requisito principale, infatti, è il possesso per i candidati della certificazionec dell’idoneità diocesana.

E’ assurdo e proprio perché lo è il segretario dello Snadir prova a nascondere il tutto. La realtà è un’altra: spesso in cattedra abbiamo docenti di religione che sono suore laiche, ex preti, amici del Vescovo o di chi per lui. Mi chiedo: perché mantenere questo statuto dell’idoneità?  Togliamolo! E’ come se per insegnare educazione civica un insegnante avesse bisogno dell’ idoneità del sindaco.

Mi preme infine ricordare al numero uno dello Snadir che la Chiesa furbescamente mantiene lo statuto dell’idoneità ma lascia volentieri allo Stato il pagamento di questi docenti: costo annuo a carico dello Stato per la loro retribuzione nel 2008 è stato circa 800 milioni di euro, pari a circa il 2% della spesa complessiva della scuola italiana.

Un’ultima cosa: in questi giorni, a dimostrazione che forse non ho scritto fesserie, mi hanno contatto numerosi docenti di religione tra cui alcuni che in anonimato (hanno paura di ritorsioni della diocesi) son pronti a raccontarmi la loro storia.

Alex Corlazzoli

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