Home Attualità Ridare autorevolezza alla scuola e ai docenti: si può fare ma bisogna...

Ridare autorevolezza alla scuola e ai docenti: si può fare ma bisogna puntare sulle cose che “contano”

CONDIVIDI

Non passa giorno che non si senta dire che la scuola (e i docenti) devono riconquistare autorevolezza e valore; lo ripete spesso anche il Ministro dell’Istruzione. Per la verità a scuola ci sono moltissimi docenti che lavorano al meglio delle loro capacità, con entusiasmo, passione, creatività, buon senso, indipendenza e libertà. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la scuola debba essere un laboratorio di idee e di esperienze cooperando sinergicamente, una palestra di cittadinanza critica e responsabile!
Ma le cose non sono così semplici perché, a scuola ci sono anche docenti che non sempre sanno sostenere il proprio ruolo per impreparazione, per disorganizzazione, per carattere o per altri motivi. E proprio in quest’area manca un meccanismo efficace di controllo. La burocrazia ha preso il sopravvento sulle cose che realmente contano.

Le famiglie “morbide” sono fuori controllo e interferiscono quotidianamente dal punto di vista metodologico, valutativo e contenutistico difendendo a spada tratta sempre i loro figli. Dall’alto al basso: il dirigente dovrebbe osservare e valutare il comportamento degli insegnanti e molti ritengono anche che debba avere il potere di sostituirli o demandarli ad altra funzione in caso di vera inefficienza.
Non succede mai, anzi il capo si nasconde dietro un paravento per evitare scontri, e lasciare la scuola nelle proprie rogne.
Gli allievi a scuola sono sottoposti a dure prove. Troppe! Se non ci fossero tante prove da superare tutti i giorni, la scuola sarebbe il luogo più bello del mondo per crescere. Gli episodi di bullismo spesso vengono nascosti.
Spesso si viene a conoscenza del fatto solo perché le famiglie intervengono. Cosa che, peraltro, succede nei casi estremi, comunicati dalla stampa spesso in modo confuso e non oggettivo.
E allora che fare? Fino ad oggi si è fatto poco. Spesso accade che la scuola non risolva i problemi, e che talora li nasconda.
La scuola da tempo sta navigando a vista. E’ difficile modificare l’attuale Dna della scuola. Ho comunque sempre forte rispetto per coloro che si dedicano intensamente alla scuola, nonostante siano sottopagati.
Ciò che manca di più nella scuola è forse la pratica del lavoro a squadra, il confronto. E così la scuola rimane una cambiale in bianco, pronta al protesto in ogni momento.
Il rinnovamento della scuola dovrebbe passare attraverso tre direzioni:
1) il miglioramento della didattica degli insegnanti e l’uso consapevole degli strumenti tecnologici;
2) l’ammodernamento e l’ampliamento dei laboratori;
3) una formazione dei docenti adeguata alle innovazioni e ai cambiamenti in atto soprattutto con collaborazioni con docenti dell’Unione Europea come scambio reciproco di esperienze.

Bisognerebbe intensificare i programmi “Erasmus” per gli insegnanti, con attività da svolgere nel periodo di sospensione dell’attività scolastica in quanto essi rappresentano il modo migliore per conoscere lo sviluppo della scuola di ogni Paese europeo sia dal punto di vista della didattica e metodologia utilizzata sia per gli strumenti che loro adottano durante il processo d’insegnamento/apprendimento.
E’ giunto il momento che la scuola riconquisti autorevolezza e valore, e ottenga quella giusta capacità di sostenere il proprio ruolo. Si tratta di lavorare meglio, con entusiasmo, passione, creatività, buon senso, indipendenza e libertà. La scuola che molti vorrebbero è un laboratorio di idee e di esperienze cooperando sinergicamente, una palestra di cittadinanza critica e responsabile!
E soprattutto che sia esente da ogni ideologizzazione.