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Rientro a scuola. Idee per il primo giorno di scuola

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Rientro a scuola. Quanto a idee per il primo giorno di scuola, le linee guida sulla Didattica Digitale Integrata suggeriscono le metodologie che potrebbero rivelarsi più efficaci nel contesto di un anno scolastico che alterni alla didattica in presenza anche dei moduli o comunque dei periodi di DAD.

Le metodologie

Tra queste metodologie per il rientro a scuola vengono indicate la didattica breve, l’apprendimento cooperativo, la classe capovolta. Il punto è: il primo giorno di scuola, al di là del metodo di lavoro, dovrebbe orientarsi a un preciso tipo di contenuti, quelli narrativo-biografici, specie in chiave emotiva.

I contenuti

Cosa intendiamo? Semplicemente parlare con i bambini e i ragazzi della loro esperienza, di come l’hanno vissuta, cosa hanno pensato, cosa hanno provato. Parlare, confrontarsi, condividere ciò che è avvenuto l’anno scorso e il modo in cui stiamo affrontando il problema oggi per guardare a un futuro rassicurante. Guardare avanti ma con uno sguardo al passato. Sarebbe un errore riprendere a fare scuola senza fare i conti con le paure e il vissuto degli alunni (a meno di alunni con situazioni talmente drammatiche che sviscerarle in classe sarebbe emotivamente troppo difficile per l’alunno e complesso da gestire per l’insegnante).

In linea generale, suggeriscono gli psicologi, è importante verbalizzare quanto è stato, guardando con fiducia al futuro, nell’ottica di far capire: abbiamo la situazione sotto controllo. Qualunque cosa avvenga, abbiamo gli strumenti, le procedure, gli approcci, i protocolli, persino gli arredi scolastici per affrontarla.

Lavorare su uno storytelling rassicurante ma vero, fiducioso ma non negazionista di ciò che è stato e che si è provato.

Quali attività?

Appena pochi spunti per il rientro a scuola. Idee per il primo giorno di scuola.

  • Ho visto meglio… una traccia scritta oppure orale che descriva con quanti più dettagli possibile la vita che scorreva fuori dalle finestre o dai balconi, nell’ipotesi che nei giorni del lockdown i ragazzi possano avere osservato (e ascoltato anche il silenzio) con maggiore attenzione…
  • La lista delle 10 cose o immagini che non dimenticheremo mai dell’anno trascorso; o la lista delle 10 cose che sono mancate di più (e magari una lista di ciò che non è mancato); o ancora una variazione, le 5 cose da dimenticare e le 5 da ricordare. Tutto sempre in chiave individualizzata e personale. Si potrebbe anche procedere attraverso bigliettini (anonimi?) che andranno messi in due diversi contenitori/scatole: un contenitore per le cose da dimenticare (che non verranno lette con la classe, proprio perché da dimenticare, ma verranno naturalmente lette dal docente quando sarà solo); uno per quelle da ricordare (che verranno ripescate casualmente e lette ad alta voce e condivise con la classe).
  • La gara di argomentazione, da fare con i più grandi, magari di scuola superiore, e in gruppi. Ogni gruppo studia e prepara le proprie argomentazioni, su posizioni intellettuali opposte relativamente all’esperienza dell’epidemia. Ad esempio: un gruppo potrebbe assumere il punto di vista La pandemia ci renderà migliori perché…; l’altro gruppo La pandemia ci renderà peggiori perché… 
  • Le interviste. A gruppi si potrebbero progettare delle interviste che prendano a tema le questioni sanitarie o quelle più strettamente organizzative sulla scuola. Potrebbero essere intervistati i docenti stessi, il personale Ata, o i compagni, circa il modo in cui hanno trascorso il lockdown o per accertarsi di cosa sanno delle nuove regole scolastiche.
  • Descrizioni a confronto. Potrebbero essere disegni a confronto o testi descrittivi che mettano a confronto la scuola pre Covid e la scuola post Covid, in termini di arredi, di procedure, di segnaletica, di comportamenti.
  • E naturalmente, qualsiasi cosa si faccia, questa attività sia seguita da una fase di cooling-off, di uscita dal gioco, per verbalizzare come ci si è sentiti nel fare quel genere di lavoro.