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Rientro a settembre, il piano: mappa dei bisogni, nuove aule in tempi record e sindaci coi poteri di Genova

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Il tempo della riflessione è scaduto. Ora si passa alla fase operativa. Anzi, è già iniziata. In vista del rientro in classe del prossimo mese di settembre, da realizzare in sicurezza, da qualche giorno l’amministrazione centrale romana ha chiesto agli Uffici scolastici regionali di realizzare una “mappa” dei bisogni: avvalendosi della collaborazione degli enti locali, i dirigenti scolastici stanno per essere incaricati di redigere, in particolare, il numero delle aule che necessitano, al fine di rispettare il distanziamento fisico tra gli alunni imposto dai protocolli sanitari della Fase 2 e 3.

La ricognizione

Ogni capo d’istituto è chiamato a riempire una scheda apposita, nella quale indicare un dato essenziale: quanti alunni non potranno beneficiare delle lezioni in presenza all’interno dei locali canonici dell’istituto.

Una volta appurato quante saranno le aule da predisporre, toccherà ai sindaci (ai Municipi delle città più grandi, ad iniziare da Roma, Milano, Torino, Napoli e Palermo) attuare le modifiche e gli adattamenti strutturali degli edifici individuati, anche al di fuori della struttura. In linea teorica, ma non sarà un compito agevole, si potrà “bussare” per chiedere ospitalità e far fare lezione in aule comunali, ex scuole o caserme, oratori o edifici con spazi adatti allo scopo.

Questa sarà l’operazione più difficile. Perché il tempo è poco e di mezzo c’è l’estate.

I sindaci come i commissari straordinari

Grazie al Decreto Scuola, tuttavia, i primi cittadini (per le scuole superiori i responsabili delle Province) potranno agire con modalità decisamente più snelle del solito: le autorizzazioni, le gare d’appalto e le solite lungaggini che in tempi normali impediscono anche solo lo spostamento di una parete o di una porta (procedure che spesso comportano anni di attesa), saranno bypassate dei poteri “speciali” conferite ai gestori degli enti locali proprio a causa dell’emergenza epidemiologica ancora in atto.

Di fatto, considerando il poco tempo a disposizione, gli enti locali potranno muoversi come è accaduto a Genova, dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi: senza essere sottoposti alle lentezze della burocrazia, saranno di fatto dei commissari straordinari.

I soldi necessari in arrivo

Nel frattempo, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio dal Governo arriveranno i finanziamenti: una decina di miliardi per le emergenze, con la scuola che prenderà la parte più grande.

In mezzo, tra un paio di giorni, sarà la volta delle Linee Guida del ministero dell’Istruzione, che ogni istituto plasmerà (con orari, entrate, uscite, ecc.) in base ai propri bisogni e rapporti con le istituzioni locali.

Il piano predisposto a Viale Trastevere è questo. Ora si tratta di applicarlo. E non sarà una passeggiata.