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Riforma al bivio, posizioni a confronto

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Al convegno promosso da Snals-Confsal, hanno partecipato il sottosegretario al Miur Valentina Aprea, i senatori Franco Asciutti (Fi), Giampaolo Vittorio D’andrea (Margherita), Luciano Modica (Ds), Giuseppe Valditara (An) nonché l’assessore alla Scuola della Regione Lazio, Silvia Costa (coordinatrice tra gli altri assessorati nazionali) e, per il mondo accademico, i docenti Roberto Maragliano e Luisa Ribolzi.
Lo Snals-Confsal, con l’intervento del segretario generale Gino Galati, ha sottolineato che gli obiettivi da privilegiare sono: la difesa dell’unitarietà del sistema educativo (con pari dignità tra i percorsi liceali e quelli professionali), il rafforzamento dell’autonomia scolastica, la disponibilità di risorse per la valorizzazione della professionalità, la definitiva soluzione del precariato sia del personale docente che di quello Ata e la salvaguardia del posto di lavoro per assicurare alle istituzioni scolastiche un organico in grado di gestire adeguatamente la scuola dell’autonomia.
“Per quanto riguarda gli insegnanti – ha affermato Galati – è fondamentale l’unicità della loro funzione, con un’omogenea formazione iniziale e l’appartenenza allo Stato di tutto il personale della scuola. Inoltre, è necessario un riferimento comune in grado di garantire su tutto il territorio nazionale pari diritti tra tutti gli studenti e la circolarità dei crediti, delle qualifiche e dei titoli”.
Il sottosegretario al Miur Valentina Aprea, ripercorrendo le tappe della riforma Moratti, si è particolarmente soffermata sui piani personalizzati, che intendeno dare risposte adeguate ad ogni singolo alunno, e sull’insegnamento della lingua inglese a tutti gli alunni.
Il sottosegretario ritiene che l’invito alle scuole ad effettuare la sperimentazione della riforma del II ciclo sia un passo necessario prima dell’avvio della stessa riforma, precisando che nessuna istituzione scolastica è obbligata alla sperimentazione. Valentina Aprea ha poi sottolineato tra le conquiste del Governo la riduzione del 3% dell’abbandono scolastico, un notevole aumento di laureati in più in Matematica e in altre facoltà scientifiche, l’immissione in ruolo di 130.000 docenti ed Ata. Particolare rilievo è stato dato all’alternanza scuola-lavoro che dovrà essere offerta a tutti gli studenti del II ciclo.
Per Giuseppe Valditara “la priorità è risolvere il problema del precariato; inoltre, il liceo tecnologico deve essere un vero laboratorio professionale; bisogna snellire l’appesantimento burocratico, mentre il percorso unico fino a sedici anni appare devastante”.
Per Franco Asciutti “bisogna rimodulare la riforma, senza però contrastare la sperimentazione; va invece contrastata la ‘cultura della disobbedienza’ che sta distruggendo il Paese”.
Non è d’accordo Giampaolo Vittorio D’Andrea, secondo il quale “ è indispensabile avere più soldi, ma ancora di più la chiarezza degli investimenti. Favorevole quindi all’obbligo fino ai sedici anni, perché obbliga anche lo Stato a trovare le risorse adeguate”. 
Sulla stessa linea Luciano Modica che spiega: “le riforme vanno condivise anche con le famiglie, mentre la sperimentazione è stata proposta dal Ministero dopo la scadenza del termine delle iscrizioni”.
Molto critica la posizione di Silvia Costa, che conferma la volontà di molte Regioni sia di destra che di sinistra di ricorrere contro il decreto perché a tre anni dalla legge 53 “c’è ancora una grande confusione”.

Molto apprezzati gli interventi, sotto il profilo culturale, sia dalla prof.ssa Ribalzi che del prof. Maragliano. E Marco Paolo Nigi, segretario generale Confsal, ha messo in evidenza come “ogni processo di riforma non deve essere contro la scuola e i suoi addetti, ma deve valorizzare il ruolo degli insegnanti, non solo a livello economico ma anche come prestigio professionale”.