Home Politica scolastica Riforma sostegno, il ministro Fedeli e i parlamentari vogliono modificare la delega

Riforma sostegno, il ministro Fedeli e i parlamentari vogliono modificare la delega

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La legge delega sulla riforma del sostegno è modificabile: lo aveva detto il ministro dell’Istruzione qualche giorno fa. Ora ne abbiamo la conferma.

Stiamo parlando del decreto legislativo sulle “norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità (Atto 378) incluse nella Legge 107 del 2015.

“Si apre uno spiraglio per ridiscutere i testi” hanno fatto sapere le Federazioni delle persone con disabilità Fand e Fish dopo le audizioni presso le Commissioni Cultura e Affari sociali sui decreti attuativi sulla “Buona Scuola”. Tanto da esprimere “cauta soddisfazione per le aperture raccolte”.

La notizia è giunta dopo che le stesse Federazioni avevano minacciato, da questa testata giornalistica, attraverso l’avvocato Salvatore Nocera, di “intraprendere iniziative di protesta anche radicali”, qualora non fosse dato seguito agli emendamenti richiesti.

“In ordine di tempo – si legge ancora in una nota delle due federazioni – la prima apertura proviene proprio dal Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli che, assieme al sottosegretario Vito De Filippo ha incontrato le delegazioni di Fand e Fish raccogliendo le osservazioni critiche sui decreti attuativi e profilando possibili interventi correttivi”.

“La seconda apertura si è registrata nella giornata di ieri (martedì 7 febbraio ndr), nuovamente con le Commissioni Cultura (VII) e Affari sociali (XII): anche in questa sede Fand e Fish hanno avuto l’opportunità di sostenere ancora e più nel dettaglio l’esigenza di emendare i decreti sottoposti all’esame parlamentare. La disponibilità è di entrare nel merito delle singole correzioni proposte prima di chiudere i lavori e restituire il parere alla Presidenza del Consiglio”.

 

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L’impegno di Fand e Fish è quindi ora rivolto alla presentazione e al sostegno dei singoli emendamenti “che non sono pochi, né marginali”.

Non è specificato quali siano state richieste siano state fatte al ministro Fedeli e alle commissioni parlamentari. Sempre alla Tecnica della Scuola, Nocera aveva comunque fatto un esempio decisamente indicativo: “per un alunno cieco è molto diverso trovarsi in una scuola in cui ci sono docenti preparati sulle didattiche specifiche per la cecità, classe poco numerosa e l’utilizzo di nuove tecnologie elettroniche, rispetto a chi tutto ciò non o può avere”.

“Sulla base di questi nuovi orientamenti culturali – ha continuato l’esperto di disabilità – nel 2006 è stata approvata la Convenzione delle nazioni unite sui diritti delle Persone con disabilità che è stata ratificata dall’Italia nel 2009. Pertanto adesso la legge 104 deve essere applicata alla luce di questi nuovi principi, ai quali dovrà adeguarsi”.

Da un punto di vista pratico, significa che il docente di sostegno dovrà specializzarsi ulteriormente nella tipologia di disabilità. E che la scuola dovrà però anche garantire agli studenti ‘certificati’ tecnologie adeguate, oltre che la presenza di docenti specializzati nel corso degli anni: insomma, non proprio dei dettagli. I quali, almeno secondo le Federazioni di settore, se inseriti nella legge delega possono migliorare la qualità dell’insegnamento agli allievi con problemi di apprendimento.

 

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