Home Politica scolastica #riformabuonascuola, il Governo vuole approvarla in soli 90 giorni

#riformabuonascuola, il Governo vuole approvarla in soli 90 giorni

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La Buona Scuola del Governo arriverà con un disegno di legge e non più un decreto, ma ci saranno tempi certi: “Novanta giorni. Altrimenti, c’è l’ipotesi di tornare al decreto. Ma per tutta la riforma. Renzi ha detto che non si farà un decreto solo per le assunzioni”: i tempi di attuazione della riforma arrivano da un ministro che con la Scuola non avrebbe competenze dirette: si tratta di quello delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che in un’intervista al Corriere della Sera, pubblicata il 5 marzo, ha commentato l’imminente riforma della scuola.

A dire il vero, novanta giorni per approvare una riforma così importate e complessa appaiono davvero pochi. Soprattutto perché dovrà passare per il vaglio dei due rami del Parlamento, dove vi sono anime e pareri alterni si diversi punti. Come le scuole paritarie. Su cui, non a caso, Lupi si sofferma. “Punti chiave della riforma della scuola? Una reale autonomia scolastica. La priorità data al merito. Gli stages di lavoro per gli studenti. Poi, il superamento di un grande tabù: lo scontro ideologico fra scuola statale e scuola paritaria”, spiega il ministro delle Infrastrutture.

Il ministro conferma gli sgravi fiscali per le famiglie che iscrivono il figlio nelle paritarie.  “Statali e paritarie, in base alla legge varata dal ministro Luigi Berlinguer nel 2000, sono scuole pubbliche, con offerte formative diverse. La nostra riforma – dice – prevede agevolazioni per chi investe nell’educazione”. Lo stesso ex ministro Berlinguer, solo qualche giorno fa aveva difeso quella legge e ribadito i motivi dell’importanza di aiutare le scuole paritarie.

Incalzato dal cronista sul fatto che la Costituzione preveda che sulle private non ci siano oneri per lo Stato, Lupi spiega che “noi aiutiamo le famiglie, non finanziamo le scuole”, spiega Lupi, e “le detrazioni riguardano statali e paritarie, cioè le scuole ‘pubbliche’, anche gestite da un soggetto privato”. La cifra da destinare a questo capitolo “dovrebbe essere attorno ai 60-70 milioni di euro”. Poi tiene a precisare: “ci saranno “controlli” sui ‘diplomifici’. 

 

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