Home Didattica Ripensare il laboratorio tecnologico come palestra di innovazione

Ripensare il laboratorio tecnologico come palestra di innovazione

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Questi finanziamenti potranno arrivare, per un terzo, da fondi ordinari del Miur, e per gli altri due terzi da fondi Pon-Fesr e contributi di imprese e fondazioni private, attraverso schemi di co-finanziamento (in particolare per i laboratori più specializzati). In contemporanea è previsto anche un piano di formazione per i docenti, sempre attingendo dai fondi europei Pon.

In questo modo sarà possibile l’acquisto di nuovi macchinari come stampanti 3D, frese laser e componenti robotici. Le stampanti 3D offrono la possibilità di stampare e assemblare parti composte da diversi materiali con diverse proprietà fisiche e meccaniche in un singolo processo di costruzione.

Le tecnologie di stampa 3D avanzate creano modelli che emulano molto da vicino l’aspetto e le funzionalità dei prototipi. Una stampante tridimensionale lavora prendendo un file 3D da un computer e utilizzandolo per fare una serie di porzioni in sezione trasversale.

Ciascuna porzione è poi stampata l’una in cima all’altra per creare l’oggetto 3D. Il frese laser è assimilabile al taglio laser che può tagliare molteplici materiali grazie alla grande energia concentrata in un punto. Con migliaia di impulsi al secondo il laser è in grado di scaldare il materiale al punto di asportarne una parte infinitesimale e quindi tagliarlo.

La velocità con cui si svolge questa operazione fa sì che il materiale non venga danneggiato dal surriscaldamento.

Infine i componenti robotici come i sensori, che a seconda del tipo e dell’utilizzo possono: dare una lettura direttamente nell’unità ingegneristica d’interesse (esempio nei termometri a mercurio);
essere collegati ad uno strumento indicatore (chiamato comunemente display) che provvedere a leggere il segnale e tradurlo in una comoda lettura nell’unità ingegneristica (essendo la maggior parte delle volte un segnale in tensione, il visualizzatore è spesso un qualche tipo di voltmetro opportunamente calibrato o settato allo scopo);
essere collegati ad uno strumento registratore che provvede a memorizzare il segnale per una sua successiva elaborazione (il più delle volte, quest’ultimo opera una conversione analogico-digitale che traduce il segnale in dati digitali, che vengono immediatamente memorizzati nello strumento stesso o su un computer collegato in remoto).