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Ritorno a scuola, alle superiori nessun docente in più: tanto si può fare la Dad. Il Lazio fa da capifila?

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I docenti supplenti da nominare in sovrannumero per affrontare il difficile anno scolastico successivo al lockdown riguarderanno solo scuola dell’infanzia, primaria e medie. Nemmeno un insegnante in più arriverà alle superiori, dove il Cts ha dato il via libera per l’eventuale ritorno alla didattica a distanza. La decisione è stata presa nel Lazio, ma potrebbe trovare spazio anche in altre regioni. L’adozione del criterio è stata annunciata il 2 settembre dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio Rocco Pinneri, nel corso di un intervento in audizione in commissione Scuola del Consiglio regionale del Lazio.

È chiaro, ha detto il direttore dell’Usr laziale, che assieme ad “arredi e spazi” bisogna reperire del “personale perché ove le scuole non abbiano a disposizione gli spazi occorrenti per mantenere le classi nelle loro dimensioni ‘naturali’ potrebbero averne però per dividere le classi in due: quindi servirebbero docenti in più”.

Pinneri ha quindi specificato che “tutte le scuole poi hanno bisogno di personale Ata per intensificare le pulizie” e che “per la regione Lazio i fondi sono due tranches da 100 milioni e 88 milioni. Grazie ai primi 100 milioni ho assegnato alle scuole 2.620 docenti e 2.216 collaboratori scolastici”, pari circa alla metà del fabbisogno, ma “alle secondarie di secondo grado non ho assegnato docenti” perché “per quanto le risorse dello Stato fossero ingenti non erano sufficienti a coprire l’intero fabbisogno”.

Le risorse indicate da Pinneri riguardano un doppio finanziamento nazionale, poi ripartito per tutte le regioni: quello derivante dal Decreto Rilancio, articoli 231- bis e 235 del decreto-legge n. 34 del 2020, pari a 977,6 milioni di euro, a cui aggiungere i fondi derivanti dal Decreto Agosto 104, attraverso il quale sono stati stanziati 368 milioni di euro per il 2020 e a 552 milioni di euro per il prossimo anno. Lo sforzo economico pubblico dovrebbe far pervenire meno di 60 mila docenti e circa 20 mila Ata, con risoluzione del rapporto in caso di ritorno al lockdown.

Il direttore dell’Usr Lazio dice di avere “privilegiato dunque le scuole del primo grado di istruzione lasciando da parte le superiori. Le superiori – ha spiegato Pinneri – hanno ragazzi più grandi e quindi più autonomi, possono stare a casa da soli, possono seguire da soli da didattica a distanza rispetto invece ai più piccoli. Per le scuole del primo ciclo le risorse del personale sono arrivate a metà; tra qualche giorno arriveranno le altre quando arriveranno gli stanziamenti del decreto”.

Alle superiori arriveranno nuovi amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici. Ma non insegnanti aggiuntivi. “Le superiori avranno tutto il personale non docente che gli serve ma non avranno docenti. Quindi se potranno dividere le classi allora lo faranno – ha concluso – altrimenti faranno didattica a distanza. Molte scuole organizzeranno la didattica a distanza a rotazione. Le secondarie di primo grado invece avranno tutto il personale richiesto”, ha concluso Pinneri.