Home Attualità Ritorno a scuola in Calabria, tra scetticismo e problemi concreti

Ritorno a scuola in Calabria, tra scetticismo e problemi concreti

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Mancano pochi giorni al ritorno a scuola anche per la secondaria di II grado, sia pur al 50% degli alunni in presenza, ma cresce lo scetticismo ed emergono alcuni problemi concreti per un ritorno senza criticità. Per questo motivo in Calabria, Regione che già il prossimo 7 gennaio potrebbe essere rossa a causa del indice RT superiore all’unità, i sindacati (FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Rua, SNALS, ANP e Di.S.Conf.), unitariamente, hanno scritto a tutti i prefetti delle province, al Direttore Gnerale dell’USR, ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali e a tutti i vertici politici della Regione, per segnalare alcune problematiche.

Le proposte dei sindacati alla politica

I sindacati calabresi firmatari della lettera suddetta, hanno espresso, in chiave di proposta per il rientro a scuola, la necessità di potenziare il sistema dei controlli sanitari, dei dispositivi di sicurezza, del tracciamento dei contagi mediante l’utilizzo di tamponi rapidi e di una corsia preferenziale per tutte le componenti scolastiche; di garantire priorità anche per il personale scolastico nella campagna vaccinale; di potenziare i servizi e i trasporti, coordinato a livello territoriale con l’orario di funzionamento delle scuole, nel rispetto delle decisioni delle autonomie scolastiche.

In buona sostanza i chiedono un rientro a scuola con la presenza a scuola del 50% delle classi con un unico turno di entrata.
Ciò permetterebbe, da un lato, di limitare l’affollamento dei mezzi pubblici, dall’altro, si eviterebbero tutte le criticità evidenziate nei precedenti punti, si conserverebbe l’attuale orario delle lezioni e si limiterebbero le variazioni ad una più semplice turnazione delle classi fra presenza e distanza, determinabile in autonomia dalle scuole, come vuole la normativa che le riguarda (autonomia organizzativa prevista dal DPR n. 275/1999).

Invasione dell’autonomia scolastica e criticità

La proposta di fare adeguare la scuola, con orari assurdi di entrata e uscita e con disagi sulla composizione dell’orario scolastico, ai trasporti urbani ed extraurbani, viene bocciato dai sindacati.

Non è accettabile, scrivono i sindacati, riversare sulle scuole responsabilità e compiti che non sono proprie, e che, ovviamente, competono ad altri (es.: monitoraggio e piano trasporti all’Assessorato Regione Calabria), mentre, d’altro canto, si assiste ad un tentativo di limitare l’autonomia delle Istituzioni scolastiche, nello specifico “l’autonomia organizzativa” sancita dal D.P.R. 275/99.

La riorganizzazione del tempo scuola come ventilata non appare un’opzione praticabile, mentre lo sarebbe aumentare, a parità di orario, le corse indirizzate ai pendolari, anche con il ricorso alle ditte private e/o del settore turistico e, ove possibile, con bus riservati agli studenti.
In conclusione, sostengon oi sindacati, si ritiene che l’unica soluzione resta il rientro in presenza del 50% della popolazione scolastica, con un unico turno di entrata e di uscita (o con due turni intervallati da 10/15 minuti). Le scuole sono perfettamente in grado, nella loro autonomia, di garantire pari condizioni a tutti con il ricorso alla rotazione delle classi in presenza.

Orari di entrata scaglionati sono problematici

Nella riunione organizzata dall’ATP di Cosenza, in cui erano presenti molti i Dirigenti scolastici della provincia, è emersa la contrarietà al fare entrare a scuola gli studenti in modo scaglionato con orari differenziati di due ore. Nel rifiutare lo scaglionamento delle entrate, si sono sollevati due fondamentali motivi: il primo è che tale soluzione crea problemi organizzativi insormontabili (docenti con più scuole, orari dei laboratori nei tecnici e nei professionali, orari del personale ATA, disagi agli alunni con orari pomeridiani inaccettabili, ecc.);
Il secondo motivo è che lo scaglionamento dell’orario è inutile fino a quando ci sarà il 50% delle presenze a scuola, in quanto i pullman dovrebbero essere sufficienti a espletare il servizio in sicurezza.

Prefetture non cambiano i piani

Da quanto è dato sapere le prefetture delle province calabresi non sono intenzionate a cambiare i loro piani di scaglionamento degli orari di entrata, ma saranno molte le scuole dove sarà impossibile riuscire ad organizzare entrate a scuola scaglionate alle 8 e poi ancora alle 10.