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Ritorno a scuola, per le Regioni non prima del 7 gennaio. Ma genitori e studenti dicono subito

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Mentre al governo si ragiona se è il caso di far tornare in classe tra una decina di giorni due milioni e mezzo di alunni delle superiori, più gli studenti della seconda e terza media delle zone ‘rosse’, sindaci e i presidenti delle Province temporeggiano, le Regioni mettono invece le mani avanti. E dicono ‘no’ all’unanimità: l’annuncio è stato del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, in merito alla riunione tra i ministri Boccia, Speranza e la conferenza regioni, l’Anci con Decaro e le province italiane.

Toti: mossa inopportuna

“Le regioni unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza”, ha detto il governatore.

“Tutte le regioni – ha continuato Toti – hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata”.

Scettici governatori e il virologo Crisanti

In precedenza, anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, era stato chiaro: “Penso sia rischioso aprire la scuola il 9 dicembre e chiudere subito dopo. Concentriamoci invece ad un’apertura più solida dopo l’Epifania, se è possibile. Perchè tutto dipende dall’infezione”.

Pure l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha detto che sul Covid-19 “la strada è lunga e serve prudenza anche sul tema della riapertura delle scuole”.

Come lo stesso virologo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, ha chiesto di “verificare prima l’impatto della riapertura sui contagi”.

Le proteste del Comitato Priorità alla scuola

Contro la posizione contraria delle Regioni e in parte anche dei virologi si è posizionato il Comitato Priorità alla scuola, composto da molti genitori, il quale vorrebbe subito gli studenti in classe: il 27 novembre entrerà in scena un’altra giornata di ‘School for future’, lezioni didattica a distanza in presenza promosse dal Comitato e dagli studenti con le lezioni tenute da alcuni docenti.

A Firenze, città dove è nato il Comitato, ci sarà una lezione in presenza al Liceo Machiavelli – P.za Frescobaldi alle ore 11. E poi un’ora di DAD davanti alla scuola scuola al Liceo Classico Michelangiolo ore 9, al Liceo Classico Michelangiolo ore 9-11 Liceo Classico Michelangiolo 11-12, al Liceo scientifico Castelnuovo via Lamarmora alle 11.30, alla Scuola Media Pieraccini e alla Media Granacci ore 9.

All’ Isis Gobetti-Volta Bagno a Ripoli alle ore 8, alla scuola media Masaccio ore 11.

A Faenza, al liceo Torricelli-Ballardini alle ore 10.-10.45 al liceo linguistico.

Al liceo di Padova, dalle 8 alle 13 Liceo Curiel e dalle 11 alle 13 al Liceo Tito Livio.

A Roma nell’ edificio scolastico abbandonato di piazza Capri gli studenti di zona DAD dalle 8.30 alle 12.

A Milano alla Scuola Secondaria di primo grado Massa di via Quarenghi dalle ore 1050 alle ore 11.30. Domenica 29 novembre: lezioni carbonare al Parco Ravizza e in Piazza Aspromonte alle ore 15.

A Mantova tra le 8 e le 10 via Tasso, studenti degli istituti Carlo D’Arco, Isabella d’Este e Pitentino.

Il sondaggio sul 9 dicembre

Sull’ipotesi di ritorno in classe per tutti il 9 dicembre, La Tecnica della Scuola sta raccogliendo il parere dei suoi lettori, nel ruolo di docenti, personale Ata, studenti, genitori: esprimi la tua opinione CLICCANDO QUI #iltuoparereconta