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Roma e Napoli: no pensionamenti, no immissioni in ruolo

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Questo effetto riguardante i ritardi nei pensionamenti sarà la conseguenza di un pesante calo dei posti disponibili sia per le supplenze sia per le immissioni in ruolo. Da tenere in considerazione per il calcolo di cattedre disponibili alle immissioni in ruolo anche le future dinamiche dei pensionandi della scuola, insegnanti denominati “Quota 96”. Si ricorda che i docenti “Quota 96” sono coloro che hanno raggiunto i requisiti di pensionamento in base alle vecchie regole raggiungendo appunto Quota 96, ovvero la somma tra età anagrafica e contributiva partendo da un minimo di 60 anni di età e 35 di contribuzione. Oggi con l’introduzione della normativa prevista dalla Legge Fornero i docenti sia uomini che donne, saranno collocati in pensione d’ufficio per vecchiaia, purché raggiungano l’età anagrafica di anni 66 e mesi 3 entro il 31 agosto 2013. Quindi ritornando ai dati delle province di Roma e Napoli la situazione è molto delicata in quanto assistiamo a una diminuzione dei pensionamenti pari a circa il 50%, con buona pace di tutte quelle meritevoli intenzioni di inserimento lavorativo per decine di migliaia di giovani insegnanti.