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Salute mentale e scuola, in UE sono 9 milioni gli adolescenti che soffrono di disturbi psichici

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L’attuale emergenza sanitaria, oltre ai risvolti economico-finanziari, organizzativi e produttivi, presenta un lato oscuro, relativo alla salute mentale dei cittadini dell’Unione, specie studenti delle scuole superiori e degli atenei. L’isolamento fiduciario, le quarantene ripetute e disposte dalle autorità sanitarie hanno portato, innanzitutto, ad una desertificazione dei rapporti sociali, intrattenuti, durante i vari lockdown generalizzati, solo con applicazioni di messaggistica istantanea e social networks, che prosciugano l’incontro, il dialogo attivo e lo scambio emotivo. La salute mentale, per via dell’emergenza sanitaria in corso e per l’attenzione mediatica dedicatale, è attualmente al centro dei rapporti UNICEF, che sottolineano un dato preoccupante; infatti, circa 9 milioni di adolescenti europei, di età compresa tra i 10 e 19 anni convivono con un disturbo psichico. Questo, se non monitorato ed affrontato con l’aiuto ed il supporto di uno specialista, può portare anche al suicidio, considerato dall’UNICEF la seconda causa di mortalità tra i giovani e giovanissimi. Gli esecutivi di tutto il mondo, purtroppo, risultano ancora resistenti nello stanziare fondi dedicati alla salute mentale di giovani e adulti. 

I dati del report UNICEF: preoccupano Spagna, Irlanda e Portogallo

I paesi europei che registrano, secondo il documento dell’organizzazione, una percentuale elevata di disagio mentale tra gli studenti di età compresa tra i 10 e i 19 anni sono rispettivamente: Spagna (20,8%), Portogallo (19,8%) e Irlanda (19,4%). Si è stimato inoltre che nel Belpaese siano stati 956.000, dato corrispondente al 16,6 % della popolazione giovane, i ragazzi e le ragazze che abbiano sofferto di problemi legati alla salute mentale, seguiti, in prima linea, dalla famiglia con il supporto di uno specialista. Il rapporto fa anche presente che l’ansia generalizzata e la depressione costituiscano, in prima linea, le patologie sofferte da giovani e giovanissimi: il 40 % delle psicopatie con cui gli studenti e le studentesse si sono confrontati, secondo il rapporto, sono proprio l’ansia da prestazione ed il conseguente disturbo depressivo derivante dal calo prestazionale, innescato da paure, tensioni riconducibili al disagio provato e dal rapporto alterato con il mondo della scuola e dell’università. Il suicidio, continua il documento, risulta essere una tra le prime cinque cause di morte tra i giovani tra i 10 e i 19 anni, secondo solo ai decessi causati dagli incidenti stradali.

Lockdown, pandemia e scarsi investimenti: preoccupa il quadro europeo sulla prevenzione

L’arrivo del nemico invisibile e le conseguenti restrizioni interessano oramai i cittadini d’Europa e del mondo da quasi due anni. Tale avvenimento, secondo il quotidiano scientifico “Frontiers on Pediatrics”, ha causato, attraverso il cambio radicale degli stili di vita della popolazione e in particolare dei giovani, l’amplificazione di fenomeni riconducibili alla depressione. La perdita del posto di lavoro da parte di uno dei genitori, le conseguenti tensioni all’interno dell’ambiente familiare, l’utilizzo eccessivo dei social networks e la solitudine hanno limitato gli interessi, le attività quotidiane, le idee e la creatività dei giovani, che dichiarano, secondo l’articolo riportato nel quotidiano suddetto, di sentirsi spesso soli e depressi. L’UNICEF, in un sondaggio, noto come “La Condizione dell’infanzia nel mondo- Nella mia mente: promuovere, tutelare, e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani”, ha fatto presente che almeno un giovane su sette è stato direttamente e duramente colpito dai lockdown e dal conseguente cambio di routine. I governi mondiali, a tal proposito, investono ancora troppo poco sulla salute mentale, a cui è dedicato solo il 4 % dei fondi stanziati per la salute.