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Save the Children: gli studenti senza accesso all’educazione a causa delle guerre sono 50 milioni

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A tal proposito la stessa Save the Children dice. “Va assolutamente proibito l’accesso e l’utilizzo delle scuole ai gruppi armati offrendo allo stesso tempo collaborazione alle scuole e alle comunità locali per l’adozione di misure che preservino le scuole quali luoghi di apprendimento, soprattutto in circostanze di conflitto”. L’Organizzazione chiede inoltre di colmare l’incredibile vuoto di fondi aumentando la quota destinata al comparto educativo, in modo da raggiungere progressivamente il 4% dei fondi globali destinati alle emergenze umanitarie. I numero sono impietosi (dati riferiti al 2012): circa 50 milioni i bambini tra i 6 e i 15 anni senza accesso all’educazione a causa dei conflitti che mettono in ginocchio i loro Paesi, di cui 28,5 milioni iscritti alle scuole elementari, oltre la metà bambine, e circa 20 milioni alle superiori.

Nel 2012, sono stati 3.600 gli attacchi di vario tipo per impedire ai bambini l’accesso all’educazione, tra i quali si contano violenze, bombardamenti di scuole, reclutamento dei minori in gruppi armati, torture e intimidazioni contro bambini e insegnanti sfociate in morti o ferimenti gravi. Questi alcuni dei dati diffusi dal nuovo rapporto di Save the Children sull’impatto che i conflitti armati hanno sull’educazione, elaborato dall’Organizzazione in collaborazione con l’Education for All Global Monitoring Report dell’Unesco.

Si ricorda che Save the Children è la più importante organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, subito e ovunque, con coraggio, passione, efficacia e competenza. Nata nel 1919, opera in 119 paesi del mondo con programmi di salute, risposta alle emergenze, educazione e protezione dei bambini dagli abusi e dallo sfruttamento.