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Sciopero 10 dicembre, Gissi (CISL): “Far fruttare il confronto e non lo sventolio di bandiere”

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Nella mattina di oggi, 10 dicembre, si è svolto lo sciopero del mondo della scuola portato avanti da FLC CGIL, UIL Scuola, GILDA, SNALS, COBAS, CUBAnief. L’adesione media è stata al 5,1% secondo le prime proiezioni, un dato insufficiente a dare un segnale efficace al Governo.

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Gissi (CISL) interviene sullo sciopero

L’unica sigla sindacale a non partecipare è stata la CISL Scuola. La segretaria generale, Maddalena Gissi, ha rilasciato una dichiarazione al vice direttore della Tecnica della Scuola Reginaldo Palermo: “Non intendo commentare i dati di adesione allo sciopero, non sta a me farlo, credo tocchi, casomai, a chi lo ha proclamato: io resto concentrata sul lavoro che da settimane la mia organizzazione sta portando avanti per ottenere i risultati possibili rispetto a un provvedimento di legge da migliorare in molti punti, ma su cui il sindacato non ha nessun potere di intervento diretto”.

E continua Maddalena Gissi: “Far fruttare al massimo le occasioni di confronto è, in circostanze come queste, una scelta quasi obbligata; un’azione meno appariscente di uno sventolio di bandiere, ma è l’unica che può rivelarsi produttiva. Non vorrei nemmeno commentare alcune affermazioni che ho sentito e che si giustificano solo nella foga di una manifestazione: ma sottovalutare, per esempio, l’importanza di una possibile proroga dei contratti sui posti covid del personale ATA significa essere fuori dal mondo e di fatto rinnegare quella che è stata fino a pochi giorni fa una richiesta precisa di tutto il mondo sindacale”.

“Per il resto, una valutazione di ciò che si è riusciti a ottenere la potremo fare solo nel momento in cui la legge sarà votata – conclude la segretaria CISL – fino ad allora continueremo il pressing a tutto campo per migliorarla, che ci vede impegnati a fondo insieme alla nostra confederazione. Voglio anche sperare che, a sciopero fatto, anche gli altri sindacati tornino a frequentare i tavoli delle relazioni sindacali, dove c’è davvero molto lavoro da fare, non certo nell’interesse dell’Amministrazione, ma delle lavoratrici e dei lavoratori”.