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Sciopero Cgil “sub iudice”

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Quello del 6 maggio nella scuola è uno sciopero “sub iudice”e rischia di diventare il caso politico sindacale di questo fine anno scolastico.
Il 3 maggio la Commissione di Garanzia ha nuovamente scritto alla Cgil, che aveva proclamato lo sciopero il 3 marzo scorso, evidenziando che le osservazioni che il sindacato aveva inviato poco più di una settimana addietro non sono accettabili.
Lo sciopero, secondo la Commissione di Garanzia, non è regolare; la Cgil avrebbe dovuto escludere il comparto scuola dalla protesta perché troppo vicina all’astensione decisa in precedenza dall’Unicobas per il 12 e 13 maggio.
La Cgil ha argomentato che lo sciopero del 6 maggio è a carattere generale e non può essere limitato solo perché un piccolo sindacato di base ne proclama uno di comparto.
Il fatto è che già in altre circostanze la Commissione era intervenuta seguendo la stessa regola e nessuno aveva avuto da ridire.
“La situazione è a dir poco paradossale – commenta Stefano d’Errico, segretario nazionale dell’Unicobas – perché le regole a cui fa riferimento la Commissione sono state volute negli anni passati proprio dai sindacati confederali; ma evidentemente la Cgil ritiene che tali regole si debbano applicare solo nei confronti degli altri sindacati ma non nei confronti di se stessa”.
Ma adesso, in concreto, cosa potrebbe accadere ?
La Flc sta già mettendo le mani avanti e in un comunicato diramato nella giornata del 5 maggio sottolinea che “gli eventuali provvedimenti sanzioneranno la CGIL e non i singoli lavoratori”.
“In altre parole – spiega il sindacato di Pantaleo – ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola che aderiranno allo sciopero generale del 6 maggio, non potrà essere applicata alcuna sanzione, né di carattere disciplinare né economico”.
E’ probabile che la Commissione decida di comminare una sanzione economica alla Cgil che però fa già capire di essere disposta ad accettare la cosa. Si tratta però di capire se la Commissione si accontenterà di questo o se chiederà anche alla Amministrazione scolastica di aprire provvedimenti disciplinari nei confronti degli aderenti allo sciopero. Ma, realisticamente, si tratta di una ipotesi remota: è difficile pensare che davvero il Ministero possa aprire un contenzioso di tale portata.