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Scuola italiana, tragedia in due atti

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Atto I

Il covid, la pandemia! Perdita di apprendimenti, di competenze! Tempo scuola tragicamente ridotto: decine di miliardi di PIL in fumo! Emergenza nazionale! Disastro. Recuperare, recuperare. Scuola in giugno, in luglio. Anticipare l’inizio lezioni a settembre, a metà agosto! Piani speciali, nuovi acronimi: PIA, PAI.

La scuola è importante. Il motore del Paese. Il Grande Antivirus. Il futuro della Nazione. I giovani! I giovani! Per questo vi investiamo tanto.

Noi lo diciamo chiaro e tondo: la scuola non si tocca!

(applausi scroscianti a scena aperta)

Atto II

Basta lungaggini: “licei brevi”! Ce lo chiede l’Europa! Tutto il mondo finisce gli studi secondari a 18 anni! [1] Mettere i ragazzi nelle condizioni di competere! Tagliare. Sfoltire. Modernità.

E’ lo stesso Progresso a volerlo: senza paura, taglio netto di un anno di apprendimenti! (il PIL non fa più paura) [2]

Il coro dei pedagogisti-economisti, sullo sfondo, ondeggiando lievemente: fate presto! fate presto!

(applausi scroscianti a scena aperta, degli stessi che plaudivano al I atto)

Sipario.

[1] clamorosa bufala, in italiano moderno: fake news (consultare i rapporti Eurydice)

[2] No, nessun taglio, nessuna perdita. Perché farete stare (obbligo di legge) tutto quel che prima si faceva in 5 anni, in 4. Puro genio italico, che il mondo ci invidia. Straordinaria magia: versare 5 litri di acqua in una tanica da 4 litri. Dite che non si può? I soliti professori: reazionari, passatisti, conservatori. Vi facciamo vedere noi, come si fa. Porteremo la legislatura da 5 a 4 anni: con obbligo, però, per Parlamento e Governo, di svolgere esattamente la stessa attività che prima svolgevano in 5 anni: verba movent, exempla trahunt.

(risate, sullo sfondo)

Ivan Cervesato