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Scuola sicura: una mistificazione

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Si fa un gran parlare di ritorno a scuola in sicurezza, ma è una mistificazione. Per gli studenti adolescenti la mascherina è un optional, il distanziamento aria fritta, il ricambio d’aria nullo (hanno freddo e non c’è impianto di aerazione), le strisce per terra decorazioni della pavimentazione, le scale a senso unico occasione di incroci e sensi vietati, le escursioni in corridoio in compagnia così come in bagno.

Intorno ai distributori di cibo e bevande c’è la solita decina di studenti che si accalca, scuote la macchina, spinge, mangia, beve, chiacchiera con la mascherina sul mento. Nel comportamento degli studenti non è cambiato praticamente nulla rispetto alle condizioni pre-epidemia. È semplicemente ipocrita credere che una generazione abituata a non rispettare le regole diventi improvvisamente disciplinata a causa di una epidemia, mal gestita, per giunta.

Vivono in simbiosi con lo smartphone anche in classe (proibito da sempre) e dovrebbero rispettare le misure igieniche? Si toccano, si spingono, ogni parte del corpo è permessa, sono abituati a un disordinato contatto fisico che forse abbandoneranno da adulti, a venticinque anni. Perché dovrebbero comportarsi a scuola in modo diverso da come si comportano in qualsiasi altro luogo? Perché i media si ostinano a negare l’evidenza che chiunque abbia a che fare con dei giovani puó verificare?

Forse che i giornalisti, i politici, gli “esperti” sono dei single che vivono in una torre d’avorio popolata solo da vecchi rimbambiti?
Dopo un anno gli unici cambiamenti sono il nastro adesivo sul pavimento che inizia a scollarsi e il gel disinfettante. Devo riconoscere però che adesso c’è anche il sapone e la carta igienica, da sempre una rarità. Tuttavia, la mascherina degli insegnanti è un optional e quando c’è, spesso è consunta e sporca. Alcuni dei vaccinati non la portano nemmeno più.

I casi di covid si materializzano come assenze e voci di corridoio senza alcun depistaggio, alcun isolamento, alcun tampone e ci sarebbe da chiedersi con quali complicità sia stato così bene organizzato il muro del silenzio.
Nonostante la zona rossa la scuola è un viavai di studenti ed insegnanti, poiché questi ultimi sono precettati a svolgere la didattica online in presenza da scuola, mentre gli studenti vengono a frequentare laboratori.

La scuola deve stare aperta, ne convengo, ormai è un centro sociale indispensabile per intrattenere i figli mentre i genitori lavorano, dove, tra l’altro, si tiene in piedi la finzione di insegnare e si promuove tutti, ma questo neghittoso scendere a compromessi dovrebbe estendersi ad estromettere dalla scuola tutti gli insegnanti anziani la cui condizione di rischio costringe a millantare dei protocolli inapplicabili a questa generazione di studenti.
Ringraziando per l’attenzione,

Michele Pasti

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