Home Attualità Scuole assediate dalla droga? Cominciò mezzo secolo fa con l’operazione “Blue Moon”

Scuole assediate dalla droga? Cominciò mezzo secolo fa con l’operazione “Blue Moon”

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Da 50 anni le scuole italiane sono assediate da spacciatori di droga. Fino al 1970 non c’era nemmeno da parlarne: i giovani contestavano, manifestavano, ma non si drogavano. Dal 1975 al 1980, invece, il numero degli eroinomani esplose: a inizio anni ’80 erano circa 300.000; giro d’affari, 3.000 miliardi di lire (più di 8 miliardi di euro attuali). «Con due gocce d’eroina s’addormentava il cuore», cantava Fabrizio De André (Sally, 1978).

Pochi ricordano che ciò — come la magistratura appurò — non avvenne per caso, ma fu razionalmente pianificato. Complotto? Piuttosto strategia organica, attuata dai servizi segreti italiani e statunitensi: l’Operazione Blue Moon (forse dal nome di un tipo di LSD). Vastissima la bibliografia sul tema; non la citeremo solo per motivi di spazio.

Per la RAI Giovanni Minoli ha realizzato nel 2013 un avvincente documentario (Operazione Bluemoon. Eroina di Stato) disponibile su YouTube.

Protestano? Sono drogati e comunisti!

«Italiani popolo di drogati devastato dagli stupefacenti e dal comunismo»: l’avrebbe voluto dire in TV il principe Junio Valerio Borghese, se gli fosse riuscito il golpe dell’8 dicembre 1970. Comandante della X Flottiglia MAS agli ordini della repubblichina nazifascista di Salò, era poi stato (1951-53) presidente del MSI, il principale partito d’ispirazione neofascista.

Dieci mesi prima del tentato golpe, il 20 marzo 1970, un centinaio di carabinieri aveva fatto irruzione in un barcone ormeggiato sul Tevere a Roma: lì, nel New Sporting Club, secondo i carabinieri 90 giovani si drogavano, ed erano stati arrestati. Partì dai giornali di destra una campagna gigantesca contro i capelloni. Il 22 marzo si stampò che essi «Adescavano i ragazzi nei pressi delle scuole». In sei mesi gli articoli sul tema furono 10.000 (numero pari al totale dei pezzi simili dal 1963 al 1970!). Si favoleggiava di mille drogati sul barcone. Il quotidiano Il Tempo accusava il PCI di fomentare la droghe: il 22 aprile titolava «Sul petto Mao, nelle vene la droga».

I drogati sul barcone erano 90. Anzi 9. Anzi 4. Ma nessuno di loro si drogava

Eppure, negli anni seguenti, la montatura fu evidente: nel 1971 il numero delle persone del barcone indagate scese a nove; finché il 26 aprile 1972 il giudice istruttore Renato Squillante condannò solo quattro persone. Sul barcone soltanto mezzo grammo di hashish era stato trovato, e nessun esame medico rivelò l’uso di droghe. Lo stereotipo dei giovani capelloni comunisti e drogati, però, era ormai consolidato.

“Guerra non ortodossa” al nemico sociale: nasce l’Operazione Blue Moon

Tra 1972 e 1973 in un luogo segreto sui Vosgi, in Francia, agenti segreti italiani furono addestrati all’Operazione Blue Moon sotto la supervisione della Aginter Press di Lisbona — organismo paramilitare fascista coperto dalla CIA (dalla NATO secondo il terrorista nero Vincenzo Vinciguerra) — la quale addestrava neofascisti a fabbricar bombe e infiltrarsi nei movimenti di sinistra per istigarli alla violenza. Fatto dimostrato dal giudice Guido Salvini e testimoniato nel 1995 da Roberto Cavallaro, ex agente esterno del SID (Servizio Informazioni Difesa); costui descrisse l’Operazione Blue Moon come “guerra non ortodossa” per indebolire i movimenti di sinistra con l’offerta capillare e massiccia di droghe pesanti a basso prezzo.

Sta di fatto che dal 1975 le vittime italiane dell’ero si contarono a migliaia.

Metodi di guerra non convenzionale sperimentati anche fuori dall’Italia

Qualcosa di simile accadde in Francia, con quella “guerra non convenzionale” al “nemico politico”, che in Italia si teorizzava negli uffici NATO di Verona e Vicenza. Ricorda lo psichiatra Luigi Cancrini che negli USA il movimento Black Panthers fu disarticolato anche dalle droghe. «Nella logica dei servizi il nemico va sempre eliminato», ha dichiarato Cavallaro. L’FBI negli USA infiltrò tutti i movimenti, al punto che ben 17 manifestanti su 100 erano infiltrati.

In Italia la diffusione dell’ero fu curata da Ronald Stark, agente CIA infiltrato sin nelle BR e nei gruppi anarchici. Egli sparse ovunque molta droga a bassissimo prezzo, aiutato anche — certo involontariamente — dalla legislazione. Nel 1972 la legge Valsecchi (D.M. 19 aprile 1972) bandiva dalle farmacie l’amfetamina. Nello stesso periodo diventò introvabile la marijuana:già criminalizzata dai giornali di destra, essa fu sostituita sul “mercato” dalla morfina.

Nel 1973 un libercolo dell’ambasciata USA a Roma esortava i turisti yankee a non accettar sostanze dagli italiani, perché diffuse da “spie del Nucleo Antidroga”!

Un commissario sequestra due chili di eroina. E viene trasferito

Nel 1974 pure la morfina sparì dalle piazze. A quel punto un fiume di eroina invase l’Italia. I giochi erano fatti. Eppure il traffico non era ancora gestito dalle mafie: chi era, quindi, a controllarlo?

A Roma, capitale anche dello spaccio, nel 1975 ci fu un solo sequestro massiccio di eroina (circa due kg): lo effettuò il commissario della Squadra Narcotici Ennio Di Francesco. Per premio… fu prontamente allontanato dalla Squadra Mobile e trasferito ad altro incarico. Così la sua indagine venne bloccata.

La droga, il vaccino e l’istituzione che potrebbe erogarlo

Il movimento giovanile fu in pochi anni destabilizzato e sconfitto; anche se molti gruppi extraparlamentari capivano quanto accadeva. Si diceva insistentemente che l’ero fosse “monopolio dei fascisti”. I giovani furono persuasi in gran parte che la maria fosse molto più nociva dell’ero: anche per questo caddero più facilmente nella trappola delle droghe pesanti (che ancor oggi domina parte delle giovani generazioni, distruggendo il loro futuro).

Nei successivi 40 anni fu progressivamente sabotata l’unica istituzione capace di fornire ai giovani un vaccino efficace contro il calappio delle droghe e contro ogni schiavitù. Il vaccino si chiamava istruzione. L’istituzione si chiamava Scuola pubblica.