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Scuole occupate, a Roma gli studenti si “prendono” pure il Visconti. La condanna di Giannelli (Anp): fenomeno ‘moda’ che porta interruzione di pubblico servizio

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La scuola è iniziata da meno di un mese e, in netto anticipo rispetto al passato, risultano già a decine gli istituti superiori occupati dagli studenti sparsi per la Penisola: proprio in questi giorni almeno una decina di scuole secondarie risultano in “mano” agli studenti. A Roma, ad esempio, dopo il liceo Newton è toccato al prestigioso Visconti: “Siamo al fianco della resistenza palestinese” e nemmeno “un soldo deve andare alla guerra, c’è bisogno di fondi per l’istruzione”, hanno fatto sapere gli occupanti del liceo romano, che hanno anche diffidato la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, oltre che chiesto al governo di rompere gli accordi con lo Stato di Israele.

Dopo una settimana di mancate lezioni, è invece terminata sabato 11 ottobre l’occupazione del liceo Augusto, dove un gruppo di studenti aveva lanciato una petizione on line per tornare il prima possibile sui banchi, intitolata “La scuola si vive, non si occupa” e pubblicata su Change.org. “La scuola appartiene a tutti: a chi vuole manifestare, ma anche e soprattutto a chi vuole continuare a studiare, a imparare e a vivere la scuola in modo sereno e rispettoso”, avevano scritto nella denuncia pubblica gli studenti nell’esprimere “con fermezza” la loro “opposizione all’occupazione dell’istituto”, ritenendo l’iniziativa “ingiusta, dannosa e soprattutto poco democratica”.

Guardando a tutto il territorio italiano, altre scuole secondarie di secondo grado risultano ancora occupate: secondo l’Ansa, le sedi scolastiche dove in questi giorni l’attività è stata bloccata per le proteste studentesche sono collocate, in particolare, a Torino, Genova, Firenze e Napoli.

Qualche giorno fa a Roma era stata anche occupata la succursale del liceo Rossellini: gli studenti romani guidati da Osa (Opposizione studentesca d’alternativa) hanno tenuto a fare sapere, tramite i canali social, di essersi barricati dentro alla scuola per protestare a sostegno di Gaza, motivo per il quale il tre ottobre hanno anche manifestato almeno un milione di persone in tutta Italia (dopo la partecipata protesta organizzata il 22 settembre dai sindacati di base).

Il presidente nazionale dell’Anp, Antonello Giannelli, ha definito l’episodio, parlando con l’Adnkronos, “un fenomeno di ‘moda’: non sappiamo se altri licei verranno occupati, ma vedendo l’andamento degli anni passati è possibile che succeda”.

Giannelli ha aggiunto che l’aspetto fondamentale “è il rispetto della legge, perché un’occupazione dà luogo a un’interruzione di pubblico servizio e, per questo motivo, va informato l’Ufficio scolastico regionale, visto che non si può pregiudicare il diritto allo studio“.

Giannelli ha tenuto a ricordare che quasi sempre le occupazioni sono “un fenomeno portato avanti da una minoranza, che impedisce di seguire le lezioni anche a chi vuole seguirle e noi non possiamo essere favorevoli a questa cosa”. Quindi, l’obiettivo dei presidi è quello di “avere un servizio scolastico regolare ed è per questo che l’attenzione da parte dei colleghi è massima”.