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Scuole sicure, belle e nuove: il Governo si “dimentica” degli istituti superiori? Monta la protesta delle province

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Continuano a pervenire lamentale nei confronti del Governo Renzi per aver “dimenticato” di inserire nella conversione in legge del D.L. 66, il cosiddetto “bonus irpef”, o più probabilmente posticipato, lo sblocco dal patto di stabilità anche per la manutenzione e la creazione di nuove scuole secondarie superiori: dopo la denuncia al nostro giornale del presidente della Provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti, secondo cui “da un lato il Governo concede le briciole, dall’altro tiene fermi la stragrande maggioranza dei progetti sull’edilizia delle scuole secondarie superiori a gestione provinciale”, è la volta dell’Unione delle Province marchigiane: con un duro comunicato, l’Upi Marche lamenta che “nell’escludere per legge (la n.89 del giugno 2014) dal patto di stabilità solo i Comuni che investono nella sicurezza e nell’innovazione degli edifici scolastici, il Governo ha dimenticato tutti gli studenti degli istituti superiori: la gestione delle scuole superiori continua infatti ad essere affidata alle Province, in quanto enti con funzioni di area vasta (Legge n.56 dello scorso aprile), ma con scarsissime possibilità di investimento”.

In particolare, la presidente dell’Upi Marche, Patrizia Casagrande, ricorda che sono numerosi i progetti e gli interventi sulle scuole elementari e medie inferiori (tutte gestite dai Comuni) che il Governo Renzi pubblicizza con denominazioni del tipo #scuolesicure, #scuobelle, #scuolenuove. “Perché nessuno di questi hashtag riguarda la sicurezza degli studenti dai quattordici anni in su?” chiede Casagrande al Governo Renzi. Anticipando anche “una mobilitazione di protesta di tutt’e cinque le Province marchigiane per garantire anche ai ragazzi delle scuole superiori l’adeguamento antisismico (senza dimenticare la messa in sicurezza, la deamiantizzazione, l’abbattimento di barriere architettoniche, ecc) ) delle strutture pubbliche sulle quali gli enti di area vasta hanno investito negli anni scorsi”.
“I dirigenti scolastici della regione – continua Casagrande – sanno bene che il rischio di fare pericolosi passi indietro è concreto. Ed è con tale consapevolezza che, in pieno periodo di esami di Stato, i dirigenti scolastici hanno sollecitato le Province di Ancona e di Macerata a far pressione sul Governo perché l’esclusione dal patto di stabilità interno riguardi anche gli Enti di area vasta che intervengono sugli istituti superiori. Se il presidente di Macerata e il Commissario straordinario di Ancona hanno già incontrato i dirigenti scolastici dei rispettivi territori per concordare azioni comuni, le altre tre Province marchigiane – Fermo, Ascoli Piceno, Pesaro e Urbino – lo faranno nei prossimi giorni quando la protesta contro il Governo per l’inspiegabile esclusione sarà dell’intera regione”.

Insomma, le province si stanno mobilitando. E il Governo farebbe bene a dare spiegazioni. Anche perché altri 100 e più presidenti potrebbero decidere di seguire l’esempio di Vercelli e delle province marchigiane.