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Se lo studente spara al docente sbaglia senza se e ma, Valditara contro Littizzetto. Perché il ministro stavolta ha ragione

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“Quando uno studente spara ad un insegnante non ci sono se e non ci sono ma. Educhiamo al rispetto sempre e comunque”: con questo tweet il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha commentato le parole di Luciana Littizzetto sulla vicenda dell’insegnante di Rovigo colpita al volto dai gommini sparati dai suoi studenti con una pistola ad aria compressa.

La comica: i prof bravi stabiliscono empatia, altri non riescono

Se il professore riesce a essere empatico, non gli sparano con la pistola ad aria compressa“, aveva detto Littizzetto: una frase che ha prodotto copiose proteste da parte di diversi insegnanti.

“Io ho insegnato per nove anni – ha detto la comica – . Durante questi anni di insegnamento, in una scuola periferica di Torino, nessuno mi ha mai sparato. Però è vero che c’erano delle classi che erano particolarmente turbolenti, tiravano anche gessetti. Ma non ho mai pensato di convocare, denunciare, scrivere ai giornali. Era una faccenda mia personale e della scuola e mi dicevo ‘o imparo a gestire le classi difficili con le mie forze o è meglio che cambi mestiere’. Poi l’ho cambiato perché mi piacevano altre cose, ma devi imparare ad avere a che fare con questi energumeni”.

Littizzetto ha aggiunto che durante i nove anni di supplenze “ogni tanto qualche professore” gli “chiedeva aiuto per metterli in riga. Anche quello l’ho imparato con il tempo a farlo. Non è che tu arrivi e sai come fare”.

Secondo la comica “non esiste una classe ingovernabile, esistono dei professori molto bravi con i quali i ragazzi stabiliscono una relazione e altri con cui non ci riescono. E non è solo colpa dei ragazzi, è anche proprio colpa del professore. È l’empatia, quel qualcosa che fa intuire ai ragazzi che proprio li ami, altrimenti non saresti lì perché ti piace stare con loro, sei interessato a ciò che pensano e sentono. Se riesci a creare questa sensazione, non ti sparano con la pistola ad aria compressa”.

Salvini: a volte il silenzio è d’oro

Anche Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha commentato la frase di Luciana Littizzetto: “se il professore riesce a essere empatico, non gli sparano con la pistola ad aria compressa”.

Il leghista ha scritto su ‘Twitter’: “Come si può solo pensare di dire una cosa del genere? A volte il silenzio è d’oro”, ha commentato via tweet Salvini ottenendo un alto numero di like in poche ore.

Sasso (Lega): i prof che aggrediti sono carnefici istigatori?

Pure il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo del partito in commissione Cultura, Scienza e Istruzione ha condannato le parole della Littizzetto: “lasciano a dir poco basiti. Se un professore riesce a essere empatico, allora non gli sparano con la pistola ad aria compressa, questo ha dichiarato la musa ispiratrice di Fabio Fazio”.

“Quindi, secondo lei, i docenti che negli anni hanno subito pestaggi, aggressioni, umiliazioni – spesso pubblicate sui social -, insulti per aver svolto il loro dovere di educatori-insegnanti, non sono vittime ma carnefici istigatori“, ha concluso l’ex sottosegretario del governo Draghi.

Il commento

Indubbiamente, le posizioni del ministro dell’Istruzione e delle Infrastrutture e dei Trasporti, non possono essere non condivise: chi siede dietro la cattedra oggi, sa bene che le dinamiche con gli alunni risultano decisamente più complesse rispetto a quelle vissute da Littizzetto a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, quando svolse i suoi anni di insegnamento.

La durezza con cui alcuni studenti affrontano la scuola, i docenti e i compagni è così importante che quasi sempre anche l’insegnante più empatico stenta a raccogliere un minimo di consenso. Lo sgretolamento delle famiglie incide molto. E poi anche il Covid ha reso tutto ancora più difficile, con forme di disagio che vanno dall’aggressività alla depressione: sono circostanze che vanno oltre l’empatia, che necessitano di interventi di esperti, in particolare di psicologi. La scuola, soprattutto il singolo docente, da solo non ce la può fare a gestirli.

Littizzetto è una donna estremamente brava e intelligente, ma a nostraoavviso stavolta avrebbe fatto bene a riflettere sino in fondo: se un ragazzo si sveglia la mattina e decide di andare scuola con la pistola, come si fa a pensare che la colpa è con certezza del suo docente, solo perchè avrebbe dovuto creare le condizioni perché la lasciasse nello zaino?