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Studenti violenti verso i prof, urge lo sportello di ascolto e di aiuto a scuola. Costarelli: i docenti non sono psicologi

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Il Covid è quasi alle spalle, ma le conseguenze negative sono ancora visibili e forse non saranno mai superate. Soprattutto tra i più giovani, ai quali sono stati sottratti oltre due anni di crescita in condizioni normali, con l’obbligo di rimanere tra le mura domestiche e, a turno, a non andare a scuola, per fare la DaD, che ha determinato ripercussioni rilevanti nella sfera psicologica, con comportamenti anomali e disagi percentualmente in sensibile crescita. La “conta dei danni” è tangibile, anche a scuola. Lo stesso aumento dei casi di violenza, anche contro i docenti, è un altro campanello d’allarme da ascoltare: ha fatto scalpore, ad esempio, il caso della docente colpita al volto poche settimane fa da una pistola ad aria compressa utilizzata dai suoi alunni.

L’Anp, Associazione nazionale dei presidi ha da tempo denunciato il forte disagio psicologico fra gli alunni e chiesto l’introduzione per legge dello sportello psicologico in ogni istituto, da affidare ad un professionista certificato. Come pure il ripristino del medico scolastico, eliminato impropriamente 20 anni fa dalla politica.

Rusconi: i ragazzi vanno ascoltati

Qualche giorno fa Mario Rusconi, presidente Anp Roma, commentando con La Tecnica della Scuola le reazioni scomposte di alcuni insegnanti alle provocazioni e aggressioni dei loro studenti ha detto che gli insegnanti “molto spesso sono abbandonati al loro destino: serve un supporto psicopedagogico nelle scuole, come accadeva fino a 20 anni fa. Serve lo psicologo, per fornire consigli e suggerimenti non solo ai docenti, ma anche agli studenti e ai genitori”.

Per il presidente Anp Roma “i ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati e inseriti in un dialogo scolastico che preveda di rimanervi anche di pomeriggio e sera. Invece di andare in giro a bighellonare”.

A proposito della volontà espressa da parte del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, di punire i ragazzi “ribelli”, sino a fargli fare lavori socialmente utili, “l’importante è che siano sempre misure rieducative, mai crudeli”, ha concluso.

Costarelli: problemi di socialità, depressione e aggressività

Cristina Costarelli, preside del liceo Newton di Roma vicepresidente dell’Anp, a colloquio con l’Ansa, si è soffermata sugli studenti: “sapevamo che ci sarebbero stati effetti a lungo termine, dopo quelli che abbiamo già visto l’anno scorso, ma adesso abbiamo una contezza più chiara di alcune situazioni di difficoltà molto specifiche”, ha dichiarato la preside.

“Se nel nostro liceo casi problematici ne capitavano due o tre l’anno al massimo – continua Costarelli – quest’anno siamo a sei sette”.

Secondo la presidente Anp Lazio, “si va da studenti che non riescono a tornare alla socialità dopo il covid, quindi che materialmente non vengono a scuola, hanno difficoltà a rimettersi in discussione e vivono una dimensione personale che fatica a confrontarsi con altri”.

“Poi – continua Costarelli – abbiamo un altro livello di disagio psicologico che è quello depressivo: studenti che magari frequentano la scuola ma la vivono isolati senza rapporti sociali”.

Infine, c’è “l’incapacità nella gestione delle emozioni: ragazzi che non riescono a misurare, ad esempio, la rabbia, l’aggressività e creano situazioni in cui le relazioni si inaspriscono“. E in non pochi casi, la rabbia viene canalizzata verso i docenti:

Anche Costarelli chiede un supporto delle istituzioni e della politica: “Non esiste lo psicologo della scuola come figura di sistema”.

Le scuole che attivano lo sportello di ascolto e di aiuto psicologico lo fanno a loro spese o utilizzando i contributi dei genitori.

“Al liceo Newton – ha detto la dirigente – sono riusciti ad aprirlo anche quest’anno grazie al sostegno dei genitori con una spesa di 3.4000 euro all’anno. Con i finanziamenti statali non ce l’avremmo fatta”.

Altri istituti, però, non ci sono riusciti: è un peccato, commenta Costarelli, perché “la scuola ne ha assolutamente necessità, i professori non sono psicologi anche se a volte si pensa che lo dovrebbero essere, ma non hanno le competenze. La scuola senza questa figura non ce la fa”.

Fino allo scorso anno scolastico ci sono stati i fondi dell’emergenza covid, nel Lazio la Regione sta mettendo dei fondi specifici per il bonus psicologico per i cittadini e per le scuole. “Va bene che ci siano questi finanziamenti, ma se finiscono come quelli per il covid?”

Costarelli non ha dubbi: “lo psicologo della scuola deve assolutamente diventare figure inserite nell’organico scolastico”.