
“Chi pensa che si possa fare una formazione adeguata con il telefonino sbaglia, così come sbaglia chi pensa che l’Intelligenza artificiale comporti necessariamente l’uso del cellulare“. A dichiararlo è stato a Treviso mercoledì 15 ottobre il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante una visita all’istituto superiore Engim, fondazione del Terzo Settore, in particolare nei laboratori di grafica, moda, meccanica e macchine utensili.
Il numero uno del dicastero bianco, che ha più volte ribadito come i telefonini siano nocivi all’apprendimento, ha tenuto quindi a ribadire che “l’intelligenza artificiale consiste in metodi, apparati e programmi per potenziare la didattica, che non riguardano l’impiego degli smartphone“. Evidentemente, il Ministro si riferisce alla possibilità di fruire di applicazioni che fanno uso di algoritmi e processi di intelligenza artificiale attraverso device alternativi ai telefonini: computer, tablet, Lim ed altri dispositivi che le scuole, soprattutto dopo avere fruito dei copiosi fondi provenienti dal Pnrr, hanno oggi a disposizione anche in abbondanza.
Perché il Ministro ha tenuto a precisare?
Una precisazione che probabilmente è stata necessaria dopo le critiche giunte al Ministro a proposito della decisione presa a Viale Trastevere di sottrarre il telefonino e gli smartphone dalla disponibilità degli alunni per tutta la loro permanenza a scuola, con tanto di regolamento d’Istituto modificato per illustrare a tutta l’utenza le modalità di applicazione del divieto, che dall’inizio di quest’anno scolastico va adottato anche durante le ricreazione.
Altri ministri la pensavano diversamente…
Una iniziativa, quella introdotta un mese e mezzo fa, che stride, ad esempio, con le visioni, sempre rispetto all’uso dei telefonini a scuola, molto più aperte da parte di alcuni ministri dell’Istruzioni precedenti a Valditara: come Valeria Fedeli, che da responsabile dell’Istruzione sette anni fa parlava di possibilità di usare in classe i telefoni cellulari, definiti strumenti di “straordinaria innovazione”, mettendoli a disposizione delle “scuole sapendo che ogni scuola rimane nella sua autonomia e ogni insegnante nella sua libertà didattica di insegnamento”.
Come si fa, hanno osservato i contrari all’iniziativa di Valditara, a sottrarre i telefoni cellulari proprio ora che le scuole incentrano la didattica sulle nuove tecnologie, sull’apprendimento on line e sull’intelligenza artificiale? La risposta del ministro dell’Istruzione non si è fatta attendere.




