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Sgravi fiscali alle scuole private

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La risoluzione si trova sul testo in discussione al Consiglio dei ministri del prossimo 3 marzo, durante il quale sarà approvata la possibilità di un aiuto per le famiglie con i figli negli istituti non statali.

“Vorremmo dare la possibilità anche a due operai di scegliere se mandare il figlio in una scuola pubblica o in una paritaria”.  E il modo per farlo è proprio detraendo fiscalmente almeno parte della retta da pagare.

E sempre il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi a dare la notizia: “La rivoluzione delle Buona scuola  non è un semplice decreto, ma una riforma complessiva del sistema, e il sistema da legge 62 del 2000 dell’allora ministro Luigi Berlinguer, è composto da scuole statali e paritarie private”.

Anche la ministra Stefania Giannini, da sempre paladina della libertà di scelta educativa per le famiglie ha ribadito che “il sistema pubblico ha due pilastri, scuola statale e non statale, lo stabilisce la legge, ma mancano le misure che rendono completamente attuato questo processo”.

Per quanto riguarda i costi, il  Miur pensa a una detrazione parziale delle rette ma anche a più controlli e più severi per combattere i cosiddetti diplomifici. 

“Apprendiamo, tramite la stampa, che la ministro del Miur, Stefania Giannini, ha dichiarato di voler introdurre sgravi fiscali alle famiglie i cui figli sono iscritti alle scuole paritarie, trovando così il plauso di Elena Centemero, deputata e responsabile scuola di Forza Italia, che sostiene di vedere riconosciute le loro battaglie politiche”.  Lo dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete studenti medi. 

“Rimaniamo inorriditi dopo queste dichiarazioni della Giannini: sostenere che per completare il decreto legge possano essere inserite misure di sgravi fiscali per le famiglie che scelgono le scuole paritarie, è un affronto nei confronti di un Paese privo di una legge nazionale sul diritto allo studio, nonchè privo di risorse per rimuovere veramente gli ostacoli sociali ed economici, di cui parla la nostra Carta costituzionale”.